Categorie: Cultura

Ecco il CODICE SEGRETO DEGLI SFORZA. Il regalo domenicale della Biblioteca di Cremona su fb

La Biblioteca Statale di Cremona ha omaggiato gli amici di Facebook pubblicando alcuni fogli di un documento prezioso quanto irripetibile, nella rubrica #DomenicainBiblioteca.

In una ampia nota, viene illustrato di che si tratta. Riproponiamo per l’eccezionalità dell’evento il testo integrale di presentazione, ringraziando ancora una volta il direttore, la dr. Raffaella Barbierato, per aver aperto seppur virtualmente in questo momento, gli scrigni della vera cultura al grande pubblico. La bellezza è patrimonio di tutti.

Dagli scaffali della Biblioteca Statale Cremona abbiamo scelto per questo appuntamento della domenica un oggetto particolare, meno appariscente di quelli che l’hanno preceduto, ma sicuramente più misterioso: un Cifrario quattrocentesco, utilizzato nell’ambito della diplomazia della corte sforzesca, basato – come altri appartenenti a questo ambito- sul sistema della sostituzione monoalfabetica, dove ogni consonante e ogni vocale possono essere sostituite da segni.


Nel 1937 presso la Biblioteca Statale viene riunito al deposito della Libreria Civica il cosiddetto fondo Albertoni, costituito dalla biblioteca dell’omonima nobile famiglia cremonese, ricco anch’esso di documenti d’archivio e manoscritti. A questo nucleo appartiene il Cifrario sforzesco (ms. Albertoni 97), che si viene ad inserire nel novero di cifrari raccolti dalla cancelleria sforzesca a Milano per l’uso corrente, come il codice 2398 della Biblioteca Nazionale di Vienna, il codice Z 198 della Biblioteca Ambrosiana di Milano e il ms. reg.duc. 39 dell’Archivio di Stato di Milano: di questi tre codici Lydia Cerioni (La diplomazia sforzesca nella seconda metà del Quattrocento e i suoi cifrari segreti, Roma 1970) ha scritto che hanno somiglianze nella pergamena, particolarmente raffinata, nelle mani e nell’impostazione della pagina, ma soprattutto che sono tutte raccolte destinate alla consultazione e possono, per motivi diversi, essere ricondotti all’attività della cancelleria ducale guidata da Cicco Simonetta, ‘uomo degli Sforza’ al quale si attribuisce l’invenzione del codice utilizzato.

Il ms. Albertoni 97 ha caratteristiche assolutamente compatibili con i precedenti (soprattutto con la raccolta viennese), caratteristiche che attendono ancora di essere studiate, essendo il codice rimasto fino ad oggi conosciuto – e recentemente – solo all’interno della Biblioteca. Il cifrario è stato esposto per la prima volta in occasione della mostra “Le carte degli Sforza”, Cremona, Biblioteca Statale, 17-24 maggio 2018.


Vari elementi esterni sembrano confermare un uso pratico del cifrario e interventi coevi di aggiornamento, da una triplice numerazione che è spiegabile solo con i riferimenti a due diversi indici inserimenti progressivi delle missive e, soprattutto, il permanere, nonostante la legatura, delle piegature delle carte, che rimanda direttamente a quella tipica delle missive: i testi criptati furono solo in un secondo momento raccolti, a costituire un centone di pronta consultazione. I nomi dei mittenti e dei destinatari spesso sono in chiaro: Francesco Sforza, Cosimo de’ Medici, Foschino Attendolo, Filippo Borromeo sono alcuni dei protagonisti della storia quattrocentesca che appaiono dal cifrario.


Le cifre si direbbero raccolte in ordine cronologico, pur non essendo tutte datate, e coprono un arco temporale che va dal 1444 al 1479 (presenti in ogni anno meno il 1478).
BSCr, LC, ms. Albertoni 97
[Cifrario sforzesco]
Membr., 15. sec. 210 cc. num. moderna, 230 x 165 mm (c.1), legatura novecentesca (mezza pelle e carta marmorizzata).
Inchiostro bruno, scrittura di due mani. Specchio della pagina a due colonne da c.1r a c.3v, 29/30 righe bianca c.4r/v, da c. 5R a c.10v una colonna, 34/35 righe. Da carta 11 iniziano le missive cifrate, quindi le righe sono legate all’impostazione delle stesse.

Stefania Piazzo

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