Paolo Franco, già parlamentare della Lega, oggi responsabile del Comitato per l’autonomia del Veneto ed editorialista del nostro quotidiano, in un’intervista televisiva espone le ragioni dell’insuccesso: l’incoerenza di un partito, la Salvini Premier, che ha tolto dall’agenda politica il Nord.
Afferma infatti Franco che non basta aggiungere la parola Nord alla Lega. Se non c’è un programma che riporti la questione settentrionale nell’azione politica della Lega (Nord), non si recupera il terreno perso.
Le aziende prevalentemente sono al Nord, il prezzo più del rincaro dell’energia con le bollette ricadrà proprio al Nord, sulle famiglie e sulle aziende padane. Il governo deve agire per modificare, afferma Franco, nel Pnrr la destinazione di alcune risorse. Perché gli scenari sono cambiati, e la modulazione degli aiuti non può pensare in modo indistinto a spargere fondi dove c’è meno emergenza che altrove. Servono forme di salvaguardia energetica che tengano conto in questo momento del prodotto interno lordo di ogni zona e non il 40% a prescindere al Sud. “Questo è dare una prima risposta alla questione settentrionale. Poi si prendano i soldi del reddito di cittadinanza e li si diano agli imprese per assumere e stornare dai costi le nuove assunzioni. Vedrete che così tornerà la manodopera!”.
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