Categorie: Cronaca

Potere acquisto a quel paese

Il rincaro dell’energia e le bollette astronomiche che le famiglie si trovano a dover fronteggiare a causa del conflitto tra Russia e Ucraina depaupera e comprime il potere d’acquisto delle famiglie: ciò influirà ancora sull’ampiezza e il ritmo di crescita dei consumi. Dopo la pausa e l’incertezza della pandemia dunque, i consumi delle famiglie infatti cresceranno nel 2022 solo dell’1,7% rispetto al 5,1% registrato lo scorso anno. A formulare la stima è il rapporto di Primavera del Centro studi di Confindustria. “La fiducia è crollata a marzo e la normalizzazione della propensione al risparmio delle famiglie, ancora elevata nel 2021 (13,5% in media fino al terzo trimestre) appare quindi rinviata. Famiglie e imprese, infatti, saranno indotte a rivedere cautamente le proprie decisioni di consumo e di investimento”, spiegano gli economisti di viale dell’Astronomia. Così l’indice di incertezza della politica economica per l’Italia è salito del 21,1% nella media dei primi due mesi del 2022 rispetto al quarto trimestre del 2021 ed è destinato ad aumentare ulteriormente da marzo. Dopo il fallimento di Lehman Brothers era salito del 30,7%; dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’85,0%.

Per quanto riguarda l’inflazione , prosegue il Csc, “resterà sugli alti valori attuali per gran parte del 2022 e in media si assesterà al +6,1%, con una revisione al rialzo di +4,7 punti dallo scenario di ottobre”. Nel 2023, invece, è attesa una discesa al +2,0%, per il ribaltarsi delle due traiettorie attualmente in atto: è atteso un aumento significativo dell’inflazione di fondo anche in Italia, con un ampio ritardo, grazie al recupero del Pil; e l’esaurirsi graduale dell’impatto del rincaro di petrolio e gas sulla variazione dei prezzi al consumo energetici calcolata sui 12 mesi, anche se i livelli delle quotazioni caleranno di poco e resteranno molto alti come ipotizzato. Non impatterà sull’inflazione ,invece la dinamica salariale, seppur in rialzo. Il rincaro dell’energia e le bollette astronomiche che le famiglie si trovano a dover fronteggiare a causa del conflitto tra Russia e Ucraina depaupera e comprime il potere d’acquisto delle famiglie: ciò influirà ancora sull’ampiezza e il ritmo di crescita dei consumi. Dopo la pausa e l’incertezza della pandemia dunque, i consumi delle famiglie infatti cresceranno nel 2022 solo dell’1,7% rispetto al 5,1% registrato lo scorso anno. A formulare la stima è il rapporto di Primavera del Centro studi di Confindustria. “La fiducia è crollata a marzo e la normalizzazione della propensione al risparmio delle famiglie, ancora elevata nel 2021 (13,5% in media fino al terzo trimestre) appare quindi rinviata. Famiglie e imprese, infatti, saranno indotte a rivedere cautamente le proprie decisioni di consumo e di investimento”, spiegano gli economisti di viale dell’Astronomia. Così l’indice di incertezza della politica economica per l’Italia è salito del 21,1% nella media dei primi due mesi del 2022 rispetto al quarto trimestre del 2021 ed è destinato ad aumentare ulteriormente da marzo. Dopo il fallimento di Lehman Brothers era salito del 30,7%; dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’85,0%.Per quanto riguarda l’inflazione , prosegue il Csc, “resterà sugli alti valori attuali per gran parte del 2022 e in media si assesterà al +6,1%, con una revisione al rialzo di +4,7 punti dallo scenario di ottobre”. Nel 2023, invece, è attesa una discesa al +2,0%, per il ribaltarsi delle due traiettorie attualmente in atto: è atteso un aumento significativo dell’inflazione di fondo anche in Italia, con un ampio ritardo, grazie al recupero del Pil; e l’esaurirsi graduale dell’impatto del rincaro di petrolio e gas sulla variazione dei prezzi al consumo energetici calcolata sui 12 mesi, anche se i livelli delle quotazioni caleranno di poco e resteranno molto alti come ipotizzato. Non impatterà sull’inflazione ,invece la dinamica salariale, seppur in rialzo.

Redazione

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