Categorie: Cronaca

“Orme compatibili con una pantera”. Poi il dna svela: è un cane. L’abbaglio della task force di esperti e luminari in Campania

di La Lepre Marzolina (di luglio) – Werner Karl Heisenberg ha detto “Un esperto è uno che conosce alcuni dei peggiori errori che può compiere nel suo campo, e sa come evitarli”.
Impossibile non pensare a queste parole ripercorrendo la surreale vicenda della pantera che si aggira in Campania. Forse. O forse no. Anzi è un cane.
Ma come?! Che delusione…

Nessuno, neppure coloro che sembrano avere l’unico rapporto con gli animali dopo averli cucinati e masticati, è immune al fascino dell’animale misterioso – basti pensare agli avvistamenti durante il lockdown degli umani, avvistamenti spesso impossibili e stigmatizzati dalla foto del mostro di Lock Ness che emergeva curioso dal Canal Grande di Venezia.
Poche cose entusiasmano i maschi come l’impresa della cattura di un animale misterioso e pericoloso.


Quindi per stanare la magnifica creatura che nel suo girovagare avrebbe terrorizzato sgomenti cittadini era stata attivata una task force, come accade di consueto o almeno in tutti casi con una certa rilevanza mediatica.
Gli esperti si sono messi all’opera opportunamente vestiti per non inquinare le prove raccolte ma come in tutte le storie di eroi alla ricerca di animali elusivi si sono lasciati prendere dall’impeto e hanno rilasciato dichiarazioni adattissime ad un titolo da paura “Orme compatibili con la pantera dello zoo di Napoli”.

Il giornale Ottopagine di Avellino scrive che ad occuparsi del caso sono “il medico veterinario Nicola D’Alessio e il professor Orlando Paciello, docente di patologia generale e anatomia patologica veterinaria del dipartimento di medicina veterinaria dell’ateneo federiciano”.


“Abbiamo avviato un metodo scientifico ordinato per recuperare le informazioni necessarie ad arrivare ad una conclusione – dichiara Paciello – Gli strumenti scientifici in nostro possesso, ci consentiranno di avere sicuramente notizie più dettagliate sul tipo di animale che oggi è in giro. Alcune informazioni le possiamo recuperare in poco tempo, per gli esami di laboratorio i tempi saranno più lunghi”.


“I dubbi aumentano, alziamo l’asticella delle ricerche perché non possiamo escludere – aggiunge D’Alessio – che si tratti davvero di una pantera anche perché abbiamo fatto una comparazione delle orme con le zampe della pantera che è allo zoo di Napoli e sono compatibili”.


Una cascata di emozioni veicolata con il linguaggio appropriato che si addice ad un esperto, anzi due. Sembra di sentire la sicurezza che ammanta queste parole. Era il 16 giugno.


Ma poi la doccia fredda (pazienza, fa caldissimo potrebbe anche fare piacere): il DNA dice che è un cane. Magari è proprio un cane senza fissa dimora, abbandonato da chi l’ha portato in casa propria e poi abbandonato.
E quale sarà stata la faccia dei componenti della task force? Possiamo solo immaginare il miserevole livello del loro orgoglio di esperti.


Un momento. Vale la pena di tornare alla frase di Heisenberg: forse non erano così esperti perché non hanno evitato l’errore di fare ipotesi fantasiose che di scientifico hanno davvero poco.
Non ho visto le impronte ma mi vengono in mente tanti dubbi – forse perché non sono esperto.


Un cane lascia impronte compatibili con quelle di un grosso felino?
Mi immagino i problemi degli esperti dove le pantere vivono per certo: avranno bisogno di far analizzare il DNA ogni volta che ne trovano una per escludere che siano di cane?
E la pantera che ha impronte compatibili e che desolatamente trascorre la vita nello zoo sarà mica un cane?


In questi ultimi mesi gli esperti sono sbocciati e si sono diffusi ovunque, in una sciagurata corsa alla visibilità tutta umana.
Non resta che ammirare ancora una volta e ancora di più gli animali, tutti e in particolare quelli riservati ed esperti nel non farsi trovare

Fonti

https://www.ottopagine.it/av/cronaca/221393/orme-compatibili-con-la-pantera-dello-zoo-di-napoli.shtml

https://benevento.occhionotizie.it/campania-pantera-dna/

Stefania Piazzo

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