di Stefania Piazzo – Sono lontani i tempi del volume “La Padania, una regione italiana in Europa” della Fondazione Agnelli. Anzi, tempi lontanissimi. Era il 1992. 30 anni dopo tuttavia anche se si sbianchetta un nome, e si parla solo di Nord, la questione resta. Una questione vera, sostanziale. Il Sud è rimasto aggrappato all’assistenzialismo, paga meno contributi previdenziali di quanti ne riceva ( ), ha quindi meno occupati, e il reddito di cittadinanza è diventato il sussidio che ha tamponato la fame di lavoro senza risolvere la piaga del lavoro nero, che resta comunque conveniente a fronte di 700 euro che non fanno da volano a nulla.
Oggi Assolombarda ha alzato le stime sulla crescita del Pil lombardo, nonostante, spiega, crescano le criticità sul fronte delle catene di approvvigionamento. I dati del Booklet Economia, a cura del Centro Studi di Assolombarda, che leggiamo, dicono che il Pil lombardo crescerà del 6,4% per il 2021, contro un +5,4% stimato a luglio. Una accelerazione che sorpasserà persino i livelli pre-Covid anche se solo nel 2022 (ancora del -3,4% il gap nel 2021).
Un po’ tutta la Padania, o il Nord a seconda dei gusti, hanno questa tendenza. C’è una velocità simile in Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte. Cos’ come la frenata del meno 9% del Pil ha accomunato Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte.
Ma il dato che deve fare riflettere, è il confronto europeo.
La Catalogna ha fatto peggio, con un -11,5% (meglio ha fatto la media nazionale del 10,8% in Spagna). Per quanto riguarda Baviera e Baden-Wurttemberg la flessione è stata del -5,5% (-4,6% nel totale Germania).
L’estate appena trascorsa ha portato però anche altri dati da confrontare.
Questi. “Il PIL nel 2020 era in caduta per il Veneto del 9%. La comparazione con la Germania è interessante: i Lander tedeschi nel 2020 hanno fatto registrare flessioni più contenute rispetto alle altre regioni europee (Baviera -5,5%; Renania Nord-Vestfalia -4,4%; Baden Württenberg -5,5%), ma nel 2021 la loro ripresa economica dovrebbe essere relativamente modesta (Baviera +3%; Renania Nord-Vestfalia +3,5%; Baden Württenberg +3,5%)”.
Lo scriveva il quarto Focus 2021 sull’impatto del Covid-19 sull’economia del territorio, nell’ambito dell’Osservatorio Economia e Territorio, curato dal Centro Studi Sintesi.
Morale. Se nonostante la burocrazia italiana, lo Stato centrale, i partiti italiani, il sistema padano regge e compete, cosa potrebbe fare se messo nelle condizioni di correre sul serio? Non è che forse un sano federalismo, una sana devolution, avrebbe potuto dare al paese tutto un ruolo meno marginale in Europa, e garantire più lavoro per tutti? Forse a urlare meno “prima gli italiani” e a fare di più le cose sul serio, avremmo dettato più regole e avremmo fatto meno brutte figure con gli Stati che il recovery non ce lo volevano concedere perché non si fidavano di noi. O meglio, forse si sarebbero fidati di più della Padania, regione italiana in Europa.
Foto di Capri23auto da Pixabay
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