di Cuore Verde – La citazione “Si vis pacem, para bellum”, se vuoi la pace, prepara la guerra, viene generalmente interpretata nel mondo politico moderno come un principio giustificativo di politiche di riarmo finalizzate alla deterrenza, piuttosto che all’aggressione, per evitare conflitti attraverso la preparazione militare.
Tuttavia, storicamente, nell’antica Roma, la guerra rappresentava lo strumento principale di espansionismo imperialista, utilizzato per conquistare e pacificare, ovvero, debellare, sconfiggere in modo definitivo, altri popoli, diffondendo così il dominio romano in Italia, in Europa, nel Nord Africa e nel Medio Oriente.
Nel contesto storico originale, quindi, il termine “pace” non è da riferire all’assenza di conflitto, ma più precisamente alla “pacificazione” imposta con la forza dopo una guerra, evidenziando come la “pace” fosse spesso il risultato di una vittoria militare piuttosto che di un accordo pacifico e consensuale tra le parti. Questa era, in definitiva, la “pax romana”.
La questione si pone ora in modo più specifico, con le relative polemiche per le adesioni e per i dissensi, come quello della Spagna di Sanchez, in merito alla richiesta del presidente Trump agli stati europei di una spesa pari al 5% del PIL per il raggiungimento degli obiettivi militari della NATO. Per l’Italia, significa passare da 34 a oltre 100 miliardi annui entro il 2035.
“Para bellum, prepara la guerra.” Sì, ma quale bellum? Quale guerra?
Guerra difensiva ordinaria, con un nemico da respingere quando attacca il territorio dello Stato; guerra navale e sottomarina; guerra aerea, missilistica e dronistica; guerra “boots on the ground”, ovvero sul campo di battaglia con le truppe, magari da arruolare con la leva obbligatoria; guerra di difesa “preventiva”, come il recente attacco israeliano all’Iran?
Bisogna anche individuare, studiare e prevenire il futuro nemico che potrebbe essere una superpotenza nucleare: mentre è possibile selezionare le proprie amicizie, non si ha certo la stessa libertà nella scelta dei nemici.
Siamo certi, come si sta tentando di rassicurare, che si potrà risolvere il reperimento delle ingenti risorse necessarie soltanto con abili giochi di pallottoliere, e che, invece, non ci saranno tagli alla sanità e al welfare, e che l’aumento delle spese militari non si trasformi in una “guerra” ai diritti sociali dei cittadini?
credit foto caio-fernandes-sVkQXwKjN6A-unsplash
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