Zaia, Regioni non sono tutte uguali, no a dirigismo statale che nega autonomia su sanità

7 Ottobre 2020
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 In una lunga intervista al Corriere della Sera, il governatore veneto Luca Zaia rivendica per le ordinanze regionali quella autonomia prevista già dalle legge, rispedendo al mittente, il governo, la decisione di porre sotto subordinata autorizzazione e vaglio le scelte in materia sanitaria.

”Mi pare che non si voglia capire che siamo tutti sulla stessa barca. Ormai il Covid non riguarda solo le Regioni del Nord ma tocca tutto il Paese -afferma Zaia -. Nei mesi scorsi le Regioni hanno dato dimostrazione di grande senso di responsabilità. Il Veneto è stato l’avanguardia in tema di test pungidito, tamponi rapidi e in tanto altro. Sappiamo meglio noi cosa serve al nostro territorio”.

E ribadisce che ”è anacronistico pensare a provvedimenti governativi rigidi come i binari di un treno. Questo dirigismo è il segno manifesto di una sfiducia nelle Regioni. Spero sia un errore e che ci ripensino perché sarebbe grave se ci trovassimo ancora a questo punto”. “Io non nego che serva una visione nazionale del problema pandemia – concede Zaia – . Però, ricordo che in tema di sanità le Regioni hanno una competenza quasi esclusiva. C’è ancora bisogno di ricordarlo? Qualcuno crede forse che il Veneto sia meno efficiente dello Stato? C’è una questione fondamentale di fiducia. Ma ce n’è una anche molto pratica. A Roma forse pensano che se noi prendiamo un provvedimento meno rigido di quello previsto da loro ci comportiamo come irresponsabili? Ho passato più di 140 giorni consecutivi nella ‘war room’, pronto a intervenire minuto per minuto. Non ho voglia di fare casino né penso di commettere un reato di lesa maestà se dico la mia. Ma così non va bene”. ”Già oggi – spiega il presidente del Veneto – un’ordinanza regionale è soggetta al controllo del governo. Lo ribadisco: non nego il ruolo fondamentale dello Stato, ma rivendico il diritto di garantire risposte pronte e adeguate secondo le esigenze dei territori che noi conosciamo meglio di chiunque altro. Qualche esagerazione c’è stata – ammette -. Ma se a scuola un alunno si comporta male deve essere punita tutta la classe. Per me la parola d’ordine rimane sempre una: autonomia. Perché parte tutto da lì. Per noi autonomia significa assunzione di responsabilità. A Roma continuano a viverla come una sottrazione di potere. A Roma ragionano sulla base di tabelle e di carte, noi abbiamo i malati fuori dalla porta. Ho grande rispetto per chi deve governare il Paese, ma vorrei che fosse garantito anche a noi. Lo dico costruttivamente: il governo ha ancora spazio per camminare a fianco delle Regioni. Non perda questa occasione”.

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