di Benedetta Baiocchi – Ma che sanità pubblica è quella che non va oltre gli uffici di Roma e vive solo di comitati scientifici, di consiglieri che esternano il proprio pensiero in tv anziché solo dal ministro o dal premier, e non comprende, come diversi governatori, invece, la necessità di fare bene e presto?
Luca Zaia è stato diretto ed esplicito nell’affermare di avere “in mano due offerte per l’acquisto di vaccini, una da 15 milioni ed una da 12 milioni di dosi. Si tratta di fiale autorizzate dall’Ema, proposte da intermediari verificati, con prezzi in linea con quelli concordati dall’Ue con Pfizer, AstraZeneca e Moderna». Il suo direttore della Sanità, Luciano Flor, lo conferma e spiega nel dettaglio: «Le bozze di contratto sono pronte, si può chiudere in tre-quattro giorni. I fornitori ci assicurano che i lotti arriverebbero in meno di un mese».
Il governatore veneto argomenta ancora: “Le potenziali 27milioni di dosi, se li scaricassimo sull’intero Paese, sarebbero sufficienti per fare due o tre mesi di vaccinazioni, non una cosa da poco. Mettere insieme le regioni per acquistare vaccini puo’ essere una soluzione”.
E “Qualora sia tutto confermato – ha aggiunto nel consueto punto stampa -si trattera’ di capire. Lo stato membro ha il vincolo di non comprare fuori dall’ombrello europeo, vincolo che non hanno le regioni. Mi sembra inammissibile che ci sia un vincolo ancora quasi monopolistico che obbliga gli stati membri a non raccogliere offerte. Le nostre proposte sono vincolate ad autorizzazione nazionale, non europea”.
