“L’anniversario che cade questo 25 marzo e’ una festa che certamente riguarda la citta’, ma non solo: 1.600 anni fa, con la costruzione della prima chiesa a Rialto, si delineava la nostra identita’, quella della gente che vive e lavora nella nostra Regione”. Lo scrive il presidente del Veneto, Luca Zaia, In un messaggio augurale in occasione dell’anniversario dei 1.600 anni dalla fondazione di Venezia che si celebrera’ domani. Zaia ricorda Venezia come “una realta’ storica universale, testimoniata nell’eccezionale patrimonio culturale, architettonico e artistico che conserviamo ma anche per altro. Lo e’ – sottolinea – per la memoria di buon governo del primo ordinamento repubblicano moderno; il primo paese a scambiare relazioni con gli Stati Uniti neonati”, e come “simbolo di un’efficienza dello Stato che attraverso’ i secoli e si concilio’ con le comunita’ locali, motore di una realta’ cosmopolita dove nessuno si sentiva straniero se rispettava la legge e il vivere civile”. Il presidente regionale cita fra l’altro la genesi del saluto veneziano “ciao”, e “il carattere che rappresenta dovunque l’era digitale: ‘@’, gia’ usato dai mercanti della Serenissima per indicare la misura in ‘anfore'”
. “La stessa pandemia che da oltre un anno stiamo attraversando – aggiunge Zaia – ha sottolineato come molte intuizioni operative potessero derivare dalla gestione di antiche epidemie come ad esempio terribili pestilenze che sconvolsero l’Europa nel ‘300, ‘500 e ‘600 che Venezia affronto’ in modo responsabile e, per l’epoca, avveniristico”. Secondo Zaia, quindi, “celebrare i 1600 anni di Venezia soltanto per commemorare un passato glorioso ma senza attribuirgli alcuna prospettiva per il futuro significa scegliere di relegare la nostra identita’ veneta in una sorta di ‘riserva indiana’ dove ritrovare sempre i nostri valori ma slegati dalla vita che ogni giorno i cittadini del Veneto conducono. Una prospettiva – prosegue – che non e’ quella inseguita dai Veneti che nel 2017, con un referendum plebiscitario, hanno invocato la via dell’autonomia. Una scelta che non e’ stata contro nessuno, che e’ totale assunzione di responsabilita’ nel rispetto del contesto nazionale ed e’ la prova di quanto una storia secolare come quella Serenissima possa essere ancora propulsiva a beneficio di tutti”, conclude.