“Dobbiamo essere pronti a quella ipotesi”, quella di una chiusura, e “prepararci psicologicamente a scenari peggiori, ma senza l’ansia e il senso di vuoto di quella notte di pre-lockdown. Intanto va sottoscritto un grande patto sociale. Un grande sforzo collettivo per ridurre i contatti al minimo indispensabile. Scuola, lavoro: il resto ora va stornato”. Così Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano, sul Corriere della sera in cui fa presente che “quello che sta accadendo era attendibile e atteso” e che “le seconde ondate sono un fatto storico”.
“Paghiamo le riaperture, dagli uffici alla scuola. Ma anche i primi sbalzi termici e la coda di un turismo estivo fin troppo forsennato – continua – ma mi creda, la situazione è diversa da prima. Ogni giorno riusciamo a fare più tamponi: ieri solo in Lombardia il record di 32.500. Più positivi troviamo, meno consentiamo di contagiare. Con questa frequenza di test, in primavera i numeri giornalieri sarebbero stati da moltiplicare per 10”.
Sulla chiusura delle scuole in Campania: “Penso che si debba intervenire partendo dai contatti non essenziali. Certo, la didattica a distanza potrebbe aiutare soprattutto nel caso dei ragazzi più grandi. In classe potrebbero andare i più piccoli, anche per non creare ulteriori disagi ai genitori che lavorano”.
Tra le cose da fare è “fondamentale trovare spazi per isolare chi necessita di cure semplici, ma anche per garantire quarantene sicure. Siamo in un limbo critico, ma gestibile. Con buone dosi di responsabilità”.