Reddito cittadinanza, operazione fiamme gialle-Inps nel vicentino anche in insediamenti nomadi

31 Maggio 2021
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La Guardia di Finanza di Vicenza, in collaborazione con l’Inps, ha individuato 19 casi di persone che ricevevano illecitamente il reddito di cittadinanza. Denunciati per indebita percezione e per aver dichiarato il falso, in totale devono 159.997 mila euro. Tra questi il legale rappresentante di un’azienda, intestatario anche di due immobili, due titolari di ditte individuali residenti in insediamenti nomadi, scommettitori in giochi e un beneficiario che sta scontando una pena in carcere. Altre tre persone percepivano il reddito di cittadinanza senza dichiarare lo stato di restrizione personale di componenti dei rispettivi nuclei familiari.

Nell’ambito dell’operazione della Guardia di Finanza di Vicenza che, in collaborazione con l’Inps, ha fatto emergere 19 casi di percezione indebita del reddito di cittadinanza, è emerso che per 7 soggetti è emerso che avevano dichiarato il falso in merito alla residenza. In tutto, queste persone devono restituire 17.124 euro ricevuti in modo illegale. L’attività di investigazione riguarda tutta la provincia: della provincia, in particolare: Vicenza, Bassano del Grappa, Schio, Montecchio Maggiore, Rosà, Valdagno, Roana, Poiana Maggiore, Carrè, Velo D’Astico e Valli del Pasubio.Tra le persone denunciate dalla Gdf di Vicenza per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, ci sono anche due persone che non hanno comunicato corpose vincite di denaro. Elemento, questo, che va ad influire sui criteri di elargizione della misura di sostegno. In particolare, in un primo caso è stata segnalata una donna di origini campane, ma residente nel vicentino, il cui nucleo familiare risultava composto da dieci persone. Le indagini hanno fatto emergere la mancata comunicazione di vincite di danaro, oltre la soglia limite prevista, di alcuni tra i componenti il nucleo familiare, nonché l’omessa comunicazione che uno dei familiari è sottoposto a misura cautelare in carcere, condizione di immediata sospensione del beneficio. Le Fiamme Gialle hanno dunque disposto il sequestro di oltre 17mila euro. L’altra fortunata vincitrice non ha dichiarato corpose somme di denaro frutto di giochi online. Sequestrati 7.800 euro percepiti indebitamente.Tra le 19 persone che ricevevano illecitamente il reddito di cittadinanza c’è anche un uomo – di origini campane, ma residente a Vicenza – che al momento della richiesta del contributo ha omesso di dichiarare importanti dati riguardanti la propria posizione lavorativa, familiare e immobiliare. L’uomo, infatti, non ha mai dichiarato di essere il legale rappresentante di una Srl nel napoletano attiva nel settore dei trasporti né di essere intestatario di due immobili non dichiarati. Il beneficiario non ha dichiarato nemmeno la variazione di posizione lavorativa di un componente del proprio nucleo familiare, che, da ottobre 2019, è stato assunto a tempo determinato da una società. I finanzieri lo hanno così segnalato per indebita percezione di oltre 15.200 euro.

Tra le persone scoperte dalla Guardia di Finanza di Vicenza durante gli accertamenti sul reddito di cittadinanza c’è anche una donna la cui reale condizione economica è stata accertata dalla Fiamme gialle anche attraverso attività di pedinamento e l’esame dei profili social: è emerso che la signora – sebbene avesse dichiarato di essere separata dal compagno – in realtà convivesse con quest’ultimo, titolare di consistenti redditi annuali, quantificati in oltre 90 mila euro nell’ultimo triennio. Sequestrati circa 5.500 euro.Risultano anche tre rom tra le persone sottoposte a controllo dalla Gdf di Vicenza e risultate di aver percepito illecitamente il sostegno economico elargito per le famiglie in difficoltà: nel primo caso, la beneficiaria, sebbene titolare dal 2017 di ditta, ha dichiarato di essere “non occupata” al momento di presentazione richiesta, percependo così indebitamente un contributo pari a circa 11.800 euro. Nello stesso campo nomadi, è risultata residente anche una seconda beneficiaria che si era dichiarata “casalinga”. Gli approfondimenti delle Fiamme Gialle hanno appurato che sia lei che il compagno convivente, anche lui “non occupato”, erano in realtà dal 2017 titolari di ditte individuali con percezioni di redditi complessivi per circa 240.000 euro. Sequestrati alla donna quasi 18.600 euro. Nello stesso insediamento nomadi è risultata priva dei previsti requisiti di accesso al contributo un’altra donna che aveva falsamente dichiarato che il compagno convivente fosse “non occupato”, sebbene questi sia risultato titolare dal 2011 di una ditta individuale. Quasi 15.200 euro sequestrati. I finanzieri hanno verificato la posizione di un uomo che, al momento della presentazione della richiesta del beneficio economico, era sottoposto a misure restrittive della libertà personale: condizione che è causa di esclusione del contributo. Dovrà restituire 2.200 euro. In altri due casi, le Fiamme Gialle hanno denunciato due beneficiari per mancata comunicazione dello stato detentivo in carcere di componenti il nucleo familiare. Sequestrati 11.900 e 16.250 euro. 

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