di Riccardo Rocchesso -Provincia di Treviso, un sabato sera di inizio settembre. Poche le automobili in giro, al ritorno delle ferie, nelle campagne di uno degli ex poli produttivi d’Italia, la provincia di Treviso.
In un locale molto veneto, dal nome la Chiave di Reitia, divinità Veneta della prosperità (dimenticata dal suo popolo) avviene un bell’evento organizzato da Massimiliano Spagnol a cui non possiamo mancare. Fratelli d’Italia presenta due candidati alle regionali: Tommaso Razzolini e Marina Marchetto Aliprandi e come ospite è presente il vicedirettore de La Verità, Francesco Borgonovo, che abbiamo intervistato.
Borgonovo, in che modo l’esisto referendario può realmente influenzare sulla tenuta del governo?
“Questo Governo è consapevole di avere un consenso molto diverso rispetto a quello che i partiti di maggioranza avevano quando è stato eletto l’attuale Parlamento. Dunque sia il referendum che le elezioni regionali avranno una funzione: incollare i nostri governanti alla poltrona. A maggior ragione se i test andranno male. Certo, prima o poi anche Mattarella dovrà intervenire. Soprattutto se gli italiani si esprimeranno per il taglio dei parlamentari: in quel caso avremmo un Parlamento ulteriormente sminuito nella sua autorità”.
Regionali, è solo un test locale o presagio di sventura per il centrosinistra?
“Nessuna elezione in Italia è soltanto locale. In Italia, credo, non esiste la periferia, esistono tante piccole capitali ed è questo il bello della nostra nazione. Si vota per la città o la regione, ma anche pensando al governo nazionale. Soprattutto adesso che tutto viene presentato come una sorta di test sulla forza del centrodestra. Per esempio Giani, candidato del centrosinistra in Toscana, ha usato il solito spauracchio: dobbiamo vincere se no arriva Salvini, un po’ come hanno fatto le sardine in Emilia Romagna”.
La “casta” si taglia con il taglio dei parlamentari o la riforma federale del Paese?
“Sono molto scettico sul termine di Casta. Secondo me è stata fatta negli anni una battaglia alla politica, per dire che i politici non servono.
Noi abbiamo bisogno della politica fatta bene, quello che il nostro sistema non vuole. Di sicuro non si combatte con il taglio dei parlamentari”.
Per il risparmio di un caffè a cittadino l’anno?
“Esattamente. Sarebbe meglio risparmiare i milioni di euro che spendiamo per le navi quarantena che attualmente ospitano i migranti. A me va bene che i politici siano pagati, anche bene. Basta che lavorino, che facciano qualcosa, che prendano decisioni. Sono pagati per quello. La semplificazione eccessiva apre le porte a qualcosa che non mi piace”.
Zaia sorpassa, come nei pronostici, la lista della Lega. Resta tutto uguale negli equilibri tra Salvini ed il governatore veneto?
“E’ difficile da dire. Che Zaia sia fortissimo, è evidente. Che ci sia una tensione più o meno positiva tra i due è stato evidente durante il lockdown. La forza di Salvini è stata quella di costruirsi un forte elettorato anche al di fuori del Nord. Zaia potrebbe avere lo stesso impatto a livello nazionale? Non lo so.
In ogni caso penso che avere un Governatore così forte sia una ricchezza per un partito. Se diventa un problema, vuol dire che c’è qualcosa che non va”..
La Nuova Democrazia Cristiana… E’ solo una voce o si potrebbe realizzare intorno a Zaia?
“Guarda, questi anni mi hanno fatto molto rivalutare la Democrazia Cristiana del passato. Non avrebbe avuto problemi a difendere confini e sovranità, per lo meno lo avrebbe fatto molto di più rispetto a questa sinistra liberal. Comunque preferirei di no, mi sembra un progetto difficile da realizzare. E poi bisogna tenere conto qual è l’orientamento prevalente nella Chiesa, che non mi sembra tendere molto a destra”.
Di sicuro la chiesa è contro Salvini
“Beh sicuramente, ma non solo. E’ contro tutto ciò che è sovranismo e populismo”.
Ci sarà l’esperienza Draghi?
“Io spero di no. Per me uno di destra non sceglie Draghi. Non c’è neanche da parlarne. A me questi esperimenti non piacciono. Certo Draghi la sua voce la fa sentire, e verso alcune logiche ha difeso l’Italia. Ma si è retto all’interno di alcune dinamiche che non mi piacciono”.
Dei nuovi movimenti che stanno nascendo: M3V, Partito dei Veneti, Vox e tutti gli altri, cosa ne pensi?
“Se nascono dei nuovi movimenti io sono solo contento. Ai partiti mancano alcune peculiarità rispetto a queste nuove realtà. Qui c’è molta vitalità, l’attivismo è molto importante. Nella cultura del centro destra c’è meno cultura della piazza. Tutto quello che di buono e nuovo nasce per me va bene, anche se hanno idee diverse dalle mie”.
Siamo sotto una dittatura sanitaria?
“Secondo me siamo sotto un regime autoritario. Un regime soft, morbido.
L’aspetto sanitario è solo una parte. Ha velocizzato alcuni processi che c’erano già, era già in corso”.
Trump vincerà?
“Io auguro agli americani che vinca. Dovrebbe prendere il premio Nobel per la pace”.
La sua vittoria potrà favorire Lega e Fratelli d’Italia?
“Può darsi. Forse l’America, per un governo di destra, potrebbe rivelarsi un gigante buono. Ma ricordiamoci che Trump dice America First. Tutto il resto viene dopo. Se l’America è al primo posto, noi stiamo decisamente più in basso in classifica. E restiamo amici finché facciamo quel che va bene agli Usa, ma già se cominciamo ad avere rapporti troppo cordiali con la Cina il discorso cambia…”.
Riccardo Rocchesso e
Francesco Borgonovo