Troppi galli nel vittorioso pollaio veneto: lo scontro a distanza tra Zaia e Crisanti

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di Riccardo Rocchesso – Un detto contadino dice: quando ci sono troppi galli nel pollaio non si fa mai giorno. E nell’ex nordest produttivo, quello di quindici anni fa, una volta ce n’erano davvero tanti. Ma ora, dall’avvento dell’era Luca Zaia, soprattutto in tempi di Covid, è abbastanza chiaro che in Veneto, nessuno possa contraddire o offuscare la visibilità del pluripremiato governatore, al terzo mandato consecutivo (anche se con escamotage).

In Veneto “comanda” Zaia, almeno sui media e sui giornali locali, o è questo quello che molti credono, e si è riflesso decisamente in questo voto. Ma ai tempi del Covid, dove la televisione ha dimostrato la sua predominanza nell’educare, come negli anni ’60, i cittadini italiani “bramosi” di conoscenza e di rassicurazione, abbiamo scoperto due nuove categorie di eroi: i “professoroni” e gli “sceriffi”.

Professori come il microbiologo e genetista Andrea Crisanti, all’università di Padova, che dopo una sua esperienza politica con i 5 Stelle come papabile senatore a Verona (come da recente critica del “collega” Bassetti) ha trovato con Zaia il suo exploit politico e mediatico, ma molto travagliato, con alti e bassi.
Come mai? Forse tra persone “umili” non ci si intende, anzi, ci si scontra se si è sotto i riflettori troppo spesso.

Exploit che si è confermato anche nei voti, ma Crisanti non era candidato con Zaia, e probabilmente ci è rimasto male quando ha visto i petali di rosa ovunque per il governatore e nessuno davanti la sua porta. Seppur un veneto su due non sia andato a votare (brutto sintomo per l’attuale politica) il 75% di voti raggiunto da Zaia è comunque sbalorditivo, 50% solo alla lista e a qualcuno, come il genetista Crisanti si è sentito tirato in causa in quanto agevolatore di questo consenso e rivendica il suo merito: “Zaia ha stravinto per come ha gestito la pandemia” e  che senza di lui “avrebbe combinato un disastro”.

Ma Zaia (che a volte si autoproclama eroe in pubblico) lo fredda: “Si commenta da solo… poi aggiungendo: sono al terzo mandato, avrei vinto comunque”. Certo, questo è sicuro, anche perchè correva praticamente da solo, almeno questa è stata l’impressione da televisioni e giornali venete se non nazionali. Alcuni veneti non si ricordavano neanche il nome degli altri candidati all’entrata del seggio. Per non parlare della quarantena che ha messo ko a livello pubblico Lorenzoni del PD.






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