di Discantabauchi – Che Immuni sia partita male, che sia scaricata ora da più cittadini e che abbia finora rilevato poche centinaia di casi, la dice lung sulla fiducia da una parte e sull’efficacia dall’altra dell’app anticontagio. Ma il paradosso sta in quanto ha riportato l’altro giorno Il Corriere del Veneto, riferendo di una telefonata effettuata da un cittadino con tampone positivo al servizio di igiene dell’Ulss di Padova. La risposta dall’altra parte dell’apparecchio è stata: “In questa regione l’app non funziona perché gli operatori sanitari non immettono i dati nel sistema”. Immaginate l’imbarazzo del governatore, precisino com’è, e di tutto l’apparato che si è sempre fatto forte di aver affrontato l’emergenza colpo su colpo. E così, con mesi di ritardo, i vertici regionali hanno fatto sapere che è “Pronta una lettera alle Ulss comunicando ciò che gli uffici Igiene devono fare”. Apperò.
“Non essendo possibile per l’operatore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica valutare il livello di rischio di tale contatto, già nel mese di giugno veniva proposto al Ministero della Salute un possibile protocollo applicativo per uniformare le procedure di tutte le Regioni”. Insomma, funziona o no, Immuni? E da giugno ad oggi per attivare un protocollo servono i caschi blu dell’Onu?