E’ stata emessa la sentenza nel processo sul crac della Banca Popolare di Vicenza. L’ex presidente della Bpvi Gianni Zonin è stato condannato dal tribunale di Vicenza a 6 anni e 6 mesi in primo grado. Per lui l’accusa aveva chiesto 10 anni. Il processo di primo grado, durato più di 2 anni, ha visto al banco degli imputati i vertici dell’istituto di credito veneto, dichiarato fallito.
“Abbiamo una condanna ed era importante per i piccoli azionisti che hanno perso i loro risparmi. Ora vedremo come fare per ottenere i risarcimenti”. Lo ha dichiarato a Radiocor l’avvocato Renato Bertelle, uno dei legali che ha assistito alcune delle 8mila parti civili costituite nel processo sul crac della Banca Popolare di Vicenza, che ha visto la condanna dell’ex presidente Giovanni Zonin a 6 anni e 6 mesi di reclusione. “E’ andata bene e sono contento, perche’ da questo processo mi aspettavo di tutto”, ha continuato il legale, rammaricato perche’ anche la Banca d’Italia era parte civile nel procedimento. “Riteniamo che l’istituto abbia avuto alcuni comportamenti errati in questa vicenda”, ha dichiarato, rispettando la decisione dei giudici di ammetterla come parte civile e aggiungendo che comunque aspettera’ la lettura delle motivazioni della sentenza.
La sentenza di condanna degli ex vertici della Banca Popolare di Vicenza Gianni Zonin, Emanuele Giustini, Paolo Marin e Andrea Piazzetta emessa dal tribunale di Vicenza prevede anche la confisca di beni per un valore di 963milioni di euro. Banca Popolare di Vicenza in liquidazione coatta amministrativa viene riconosciuta responsabile di illeciti amministrativi e condannata al pagamento di 364mln di euro, oltre alla confisca di 74milioni di euro. BpVi condannata anche al pagamento delle spese processuali. I quattro imputati ritenuti colpevoli sono anche condannati al risarcimento dei danni a favore di Banca d’Italia, costituitasi parte civile. Emanuele Giustini e’ condannato infine al risarcimento dei danni a favore di Consob, anch’essa parte civile. Prevista una provvisionale a favore di Banca d’Italia di 601mila euro e del 5% dell’importo nominale del valore delle obbligazioni o azioni acquistate alle parti civili private.