La Cina si è sentita “insultata” dall’inchiesta internazionale promossa dal’Australia sulle origini del virus del Covid-19. La risposta cinese è stata molto dura: “un’iniziativa che ha “danneggiato le relazioni” diplomatiche fra i due Paesi.”
A dichiararlo, come riporta l’ANSA è il numero due dell’ambasciata cinese a Canberra, Wang Xining, secondo cui a Pechino l’inchiesta ha causato “indignazione, rabbia e frustrazione”, mentre non e’ affatto dimostrato, ha detto il diplomatico, che la pandemia abbia avuto origine a Wuhan.
Fra l’altro, ha aggiunto l’ambasciatore Wang, parlando al circolo della stampa della capitale australiana, Pechino non e’ neanche stata consultata quando l’inchiesta fu avviata. L’Australia e’ stato uno dei primi Paesi a chiedere un’inchiesta internazionale indipendente, poi adottata come risoluzione, su input dell’Unione europea, dall’Assemblea mondiale della Sanita’, l’assemblea annuale dell’Oms: un’iniziativa che Pechino percepisce come ostile. In aprile, l’ambasciatore cinese a Canberra, Cheng Jingye, aveva avvertito che se l’Australia avesse continuato a premere per tale inchiesta, il popolo cinese avrebbe potuto boicottare il vino e la carne australiani.