La linea l’ha data il segretario Matteo Salvini: via dalle liste chi ha chiesto il bonus. Linea rilanciata dal segretario veneto Fontana. Poi ci sono le parole del governatore del Veneto Luca Zaia, che si è detto pronto ad incontrare personalmente i tre esponenti regionali della Lega accusati di aver aver fatto richiesta o ricevuto il bonus Covid. “E’ giusto farlo direttamente prima con loro questo ragionamento ma voglio anche ricordare che le situazioni sono diverse tra i casi – ha spiegato parlando a margine di una inaugurazione nel trevigiano – Da un lato abbiamo due casi di consiglieri che hanno fatto richiesta del bonus e, una volta ottenuto, lo hanno elargito ad altre realtà o associazioni. Dall’altro – ha aggiunto c’è il terzo caso che è quello del vice presidente che dice che la domanda è stata fatta direttamente dallo studio associato di cui è socio ma quando l’Inps ha chiesto ulteriori documentazioni non e’ stato presentato altro. Questo va detto nel rispetto delle persone”.
Insomma, una posizione in stile democristiano di equidistanza nella strategia del governo del proprio territorio. Mentre i cittadini si aspettano misure “esemplari” nel condannare la condotta dei politici sulla vicenda, si cerca di sottrarre da un presunto giustizialismo mediatico il processo a chi ha sbagliato. Politici che giudicano politici. (red)