Blitz CC sui tamponi a Istituto zooprofilattico Portici: in mano lo screening della Campania. Il direttore Limone: in regola. Intanto l’Ordine dei giornalisti ringrazia per i test ai colleghi

14 Maggio 2020
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Una bomba sull’Istituto zooprofilattico di Portici, con un direttore la cui nomina è scaduta da poche settimane, Antonio Limone. Tutto parte da un decreto di acquisizione firmato dalla Procura di Napoli. Repubblica sulle sue pagine regionali parla di due squadre di investigatori dell’Arma che entrano negli uffici, tra macchinari e reagenti. “La prima ha bussato ieri mattina a Portici, nello storico Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno ( Izsm) (…).

L’altra è arrivata a Casalnuovo, – si legge ancora – nel laboratorio privato Ames, del dottor Antonio Fico. “Dopo le anomalie, i dubbi e gli interrogativi sollevati dall’inchiesta di Repubblica, i carabinieri chiedono gli atti di acquisti e contratti. Entra nel vivo l’indagine della Procura sia sul business dei tamponi, sia su alcune inedite modalità di gestione dell’ente. Lo stesso cui la Regione ha appena affidato il coordinamento del Piano campano dello screening. È la prima significativa proiezione, all’esterno, del lavoro aperto dal procuratore Giovanni Melillo su eventuali ipotesi legate ad atti di pubblica amministrazione in tempo di emergenza Covid”.

Il quotidiano parla di “Quasi 2 milioni spesi in poche settimane, niente tracce in rendicontazione, per macchinari e reagenti. E un contratto da 750mila euro stipulato tra Izsm e Ames per una vecchia gara d’appalto su Terra dei Fuochi: ma che giunge «per mera coincidenza» – come si difenderà Fico in una replica – proprio quando Ames rinsalda l’accordo utile a moltiplicare il numero di tamponi in regione, e anche il ruolo dell’Istituto. Sono i due livelli su cui si muove, per ora, l’inchiesta. Di lì a poco, Limone ( tuttora in attesa di conferma) – insieme con la squadra che ruota intorno a un superconsulente esterno, Pellegrino Cerino – sarà nominato coordinatore del Piano screening Campania. E presenterà un progetto sul Covid alla Regione, per poco meno di un milione”.

Alla fine del servizio di legge: Intanto, nelle stesse ore del blitz dei carabinieri, l’Ordine dei giornalisti campano «ringrazia il dottor Limone e il presidente De Luca per aver messo a disposizione l’Istituto per eseguire tamponi su cronisti, fotografi e operatori».

Per il testo integrale qui: https://napoli.repubblica.it/cronaca/2020/05/12/news/campania_tamponi_blitz_dei_carabinieri_all_istituto_zooprofilattico-256389828/

Ma Limone replica e difende la correttezza dell’operato.

Quando abbiamo compreso che la sfida per consentire l’attività diagnostica sui tamponi era quella di reperire reagenti sul mercato, abbiamo pensato di dare la nostra disponibilità ad effettuare indagini analitiche sui tamponi mettendo a disposizione due linee di laboratori: uno che avevamo nell’istituto e uno messo a disposizione dal laboratorio privato Ames».

«A marzo abbiamo sottoscritto il contratto con Ames per le attività previste dal bando europeo, regolarmente effettuato, e ci siamo riservati nel contratto una clausola che in caso di emergenza avremmo utilizzato, presso Ames, un laboratorio dove allocare macchine nostre e personale» prosegue la nota stampa.

Un rapporto a titolo gratuito, spiega Limone: «La clausola prevedeva e prevede tuttora l’assoluta gratuità. Utilizziamo esclusivamente i locali di questo laboratorio, senza che Ames abbia nulla a che fare. Questo è quello che succede nei laboratori di Ames. Nessuno scandalo né forma di vantaggio». Mentre l riguardo del bando Soresa: «Un bando di gara per il quale l’istituto non c’entra assolutamente nulla».

Poi sulla bontà dei tamponi Limone aggiunge: «L’Istituto Zooprofilattico è autorizzato direttamente dal Ministero della Salute  e come tutti gli altri Zooprofilattici siamo stati autorizzati a effettuare esami sul Covid-19 senza dover ricorrere a ulteriori validazioni che pure avevamo richiesto, tant’è che Atripaldi, responsabile del Laboratorio del Cotugno, ci aveva risposto che ulteriori validazioni non erano necessarie».

Una “polemica intorno ai “falsi positivi” nasce perché qualche consigliere comunale di Battipaglia, risultato positivo, essendo asintomatico e ritenendo di essere negativo, aveva deciso di poter uscire e non restare a casa. Da qui è stata montata una polemica cosmica, sfociata nella querela di cui leggo“.

IL GIORNALE

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