Ho sempre apprezzato Balasso. Mi sembrava una persona genuina, sincera ed acuta. Ad inizio Lockdown è stato uno dei primi a parlare di Shock Economy: l’economia che farebbe, secondo lui ed altri, profitti grazie alle crisi indotte a livello globale. Si lamentava di Cairo, di chi fatturava grazie all’emergenza e degli imprenditori che fuggivano nelle isole esotiche durante il Lockdown.
Poi arriva questo post.
Vedete, potrei condividere lo sfogo, giusto, di Ascanio Celestini, che dice che proprio quel paese rispettoso, che ha seguito le regole, che ha pensato agli altri, che si è anche attrezzato, spendendo dei soldi; proprio quel paese, deve rinunciare a lavorare a causa di quell’altro paese, quello arrogante, sporco e disattento, che se n’è fregato e che ha provocato questo casino. Potrei dire, giustamente, che se in 3 mesi a teatro c’è stato un solo “contagiato” su 350.000 spettatori, con molti spettacoli al chiuso; è paradossale che si chiudano i teatri privati, quelli che non hanno stipendi statali, che hanno investito per via delle norme, a causa del focolaio del coro della Scala. Potrei dire che, stranamente, nel calcio professionistico, al di là degli atteggiamenti davvero sprezzanti nei confronti della gente comune, multata se abbraccia i parenti; un focolaio non è più un focolaio, quelli sono riservati ai poveracci, no, in questo caso è un piccolo problema che si risolve col giusto protocollo. Ma vedete, non posso dirlo. Perché sono di parte, perché a casa ci rimangono i miei amici, oltre che me, naturalmente. Potrei non essere obiettivo, ed essere infastidito dagli ormai 8 mesi di totale inattività dei miei amici e di quasi totale inattività mia. Non posso dirlo perché sembrerebbe comodo prendersela quando le cose ci riguardano direttamente. Se fossi un calciatore forse la penserei all’opposto.Perciò non lo dico. E mi limito a concludere: “Porca polpetta, che sfortunella!”
Come mai questa retromarcia clamorosa Natalino?