Una barca di nome Lucia

7 Settembre 2020
Lettura 2 min

L’associazione culturale I Laghee, per volontà del suo presidente Giovanni Nogara detto, per la sua notevole prestanza fisica, Giovannone, custodisce la tradizione delle Lucie.

Giovannome ne possiede alcune e ne gestisce almeno 20. Le ripara, le ristruttura, le fa rivivere e le rema.

Le sue Lucie vengono usate per le più svariate occasioni, per far fare un giro ai turisti, per i matrimoni, per accompagnare il Podestà a Bellano durante la rievocazione storica della “Pesa Vegia”, per specifiche gare e altri eventi culturali.

Fatto nuovo e curioso, la Lucia ha ospitato anche un concerto, dal lago, di Nadine & Marcus che hanno affrontato un repertorio super-classico, preceduto da spiegazioni storiche, per turisti italiani ed esteri poiché le spiegazioni storiche sono state fatte in tre lingue.

L’evento è partito davanti alla Pasticceria Arrigoni di Nadia Pradelli dove, a tutti i passanti e alle persone che si erano fermate in pasticceria è stata dedicata la prima parte del concerto lirico e non di Nadine & Marcus.

La seconda parte del concerto si è svolta davanti al Lido di Bellano, di Salvatore Carulli. Il sole stava già scendendo dietro le montagne di Lugano e i colori del lago di Como, il lago più bello del mondo, erano estremamente suggestivi.

Ecco la bellezza del nostro paese, Lo splendore della natura unito alla bellezza di musiche e canti più famosi e belli della storia dell’opera, operetta e canzoni italiane intramontabili, interpretate da voci liriche e con l’aggiunta di una spiegazione culturale di tutto sono la nostra più grande ricchezza, non dimentichiamolo mai.

La storia della Lucia

Sul Lago di Como c’è una barca molto particolare e ricca di antichissime tradizioni.

Il suo nome originale è “Batell” e naviga in lungo e in largo sul lago di Como dal 1300 o giù di lì. I pescatori la utilizzavano per trasportare, Agoni, Pesci Persico e Lavarelli lungo le rive del lago per rifornire i mercati.

La si usava anche per trasportare merci di ogni tipo.

Chi la progettò la studiò per essere una barca da lavoro estremamente sicura, si pensò ad una chiglia piatta, ad una lunghezza massima di 6 metri, ad una larghezza massima di due metri e adatta ad avere a bordo due persone

Per il legno si pensò, vista l’abbondanza nei limitrofi boschi, al castano per lo scafo e per i tre cerchi. Per i remi invece si pensò all’abete.

Talvolta la barca era attrezzata con un albero che montava una vela rettangolare di dimensioni pari a quelle dello scafo per sfruttare l’azione dei due tipici venti del lago di Como. I due venti hanno nomi e orari ben precisi: la Breva che da mezzogiorno al tramonto soffia da Sud e il “Tivano”, brezza che soffia da Nord da mezzanotte alle otto del mattino.

Il Batell veniva usato anche come barca passeggeri con una capienza massima di circa 10 persone, in base al peso e al volume dei passeggeri.

Dopo che Alessandro Manzoni pubblicò, nel 1827, il più celebre romanzo nella storia della letteratura italiana, I Promessi Sposi, la barca prese il nome di Lucia.

Nell’ottavo capitolo del romanzo il Manzoni ambienta la fuga di Lucia Mondella, della madre Agnese e del promesso sposo di Lucia, tale Renzo Tramaglino, proprio su un Batell, la caratteristica barca del lago.

I tre fuggivano dalle ire e dalle persecuzioni del cattivo del luogo, tale Don Rodrigo.

Da quel momento in poi la più celebre tra le barche lariane divenne “La Lucia”.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Il Re si arrocca a Gaeta, e l’Europa lascia fare i Savoia

Prossimo Servizio

Dove passò la “maschera di ferro” e il forte di Exilles in Val di Susa. Il Piemonte tra storia e leggenda

Ultime notizie su Storia e Territorio

TornaSu