I lombardi alla prima crociata. Un vero inno…

27 Aprile 2020
Lettura 1 min

di Marcus Dardi – O Signore dal tetto natio… C’è un’opera di Giuseppe Verdi, meno famosa di altre, che vale la pena di riscoprire e spiegare. Si tratta della Grand Opera:
I Lombardi alla prima crociata.

Quest’opera, su libretto di Temistocle Solera, andò in scena al Teatro alla Scala l’11 febbraio 1843.
E’ la quarta opera di Giuseppe Verdi e fu proposta subito dopo il Nabucco.

Quest’opera fu così importante, per Verdi, che la riadattò per i francesi in una nuova versione dal titolo “Jerusalem” che fu presentata a Parigi il 26 novembre 1847 all’Opera national de Paris.

L’opera si svolge in 4 atti. E’ un difficile intreccio di amori, gelosie, lotte e conversioni.

L’Opera è ambientata nel 1097 e parte dalla Basilica di sant’Ambrogio, per spostarsi nel II atto ad Antiochia, citta dell’attuale Turchia ai confini con la Siria e vicino alle rive del mediterraneo. Nel terzo atto ci si sposta nella valle di Giosafat che è una valle posta tra la città vecchia di Gerusalemme ed il monte degli ulivi. Nel quarto e ultimo atto Gerusalemme cade in mano ai crociati

E’ proprio nel quarto atto che il brano corale, “O Signore dal tetto natio” viene cantato.
Il brano è una preghiera cantata, in quella realtà di combattimento infatti i lombardi pregano il Signore ricordando l’aria fresca, la natura e la pace della loro amata terra di Lombardia.

Per chi come me è lombardo non può non soffermarsi un attimo per conoscere l’esistenza di quest’opera e dell’inno verdiano alla “Terra di Lombardia”.

TESTO:
O Signore, dal tetto natìo
ci chiamasti con santa promessa.
Noi siam corsi all’invito di un pio,
giubilando per l’aspro sentier.
Ma la fronte avvilita e dimessa
hanno i servi già baldi e valenti!
Deh, non far che ludibrio alle genti
Sieno, Cristo, i tuoi figli guerrier!
O fresch’aure volanti sui vaghi
ruscelletti dei prati lombardi!
Fonti eterne! Purissimi laghi!
O vigneti indorati dal sol!
Dono infausto, crudele è la mente
che vi pinge sì veri agli sguardi,
ed al labbro più dura e cocente
fà la sabbia d’un arido suol!
fà la sabbia – fà la sabbia d’ un arido suol!
D’un arido suol!
D’un arido suol!

Photo by Vlah Dumitru 

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