Barbera e Champagne. Per fortuna c’è Gaber

8 Aprile 2020
Lettura 2 min

di Marcus Dardi – Barbera & Champagne è una canzone del 1970 di Giorgio Gaber che è diventata un pezzo molto popolare. Narra di due uomini che si trovano soli in un bar per dimenticare le loro storie d’amore andate a male. Ognuno beveva con un bicchiere diverso, in base al suo stato sociale, ma la tristezza di un amore finito fa nascere una amicizia. Nella canzone si cita un noto esercizio commerciale “All’Onestà” che si trovava in Corso Vercelli, Zona Magenta di cui oggi esiste solo un lontano ricordo.

Barbera
Il Barbera è un vitigno autoctono che si coltiva prevalentemente nelle zone di Alessandria, Alba ed Asti, in Piemonte, e nell’Oltrepò Pavese. Le bacche della sua uva pur essendo ricche di tannini presentano un alto grado di acidità, hanno un colore rosso porpora, presentano dei sapori fruttati aromatici e si consiglia di berlo giovane. Esistono però anche delle pregiate bottiglie di Barbera per invecchiamento.


Il suo tasso alcolico è di 15° ma, pur essendo elevato, la struttura del vino lo rendono piacevole e facile da bere. E’ un vino che vanta la classificazione di DOCG, si accompagna bene con carni e risotti. Si preferisce declinarlo al femminile chiamandolo appunto La Barbera.
I tannini sono presenti in tutti i vini rossi e a contatto con la saliva danno il senso di secchezza al vino.

Champagne
Lo Champagne è un vino spumante metodo classico, famoso in tutto il mondo e comunemente associato ai concetti di lusso e festa; prende il nome dalla regione della “Champagne”, situata nel nord-est della Francia, dove il vino viene prodotto.
Lo Champagne è uno dei pochi vini ai quali sia stato attribuito un inventore, l’abate benedettino Dom Pierre Pérignon, anche se sulla storia della sua origine esistono versioni differenti.
I vini della regione della Champagne erano conosciuti fin dal medioevo; venivano prodotti principalmente dai monaci delle numerose abbazie presenti nella regione, che lo usavano come vino da messa. Ma anche i regnanti francesi apprezzavano molto questi vini, fini e leggeri, tanto da offrirli in segno di omaggio agli altri regnanti europei. Si trattava però principalmente di vini fermi, quindi senza spuma, e rossi.


Intorno al 1670, Pierre Pérignon, giovane monaco benedettino, giunse all’abbazia d’Hautvillers, vicino a Épernay, con l’incarico di tesoriere; egli trovò il convento e le vigne in uno stato di totale abbandono e si adoperò per rimetterle in sesto.


Il suo lavoro fu indirizzato principalmente alla produzione del vino; da perfezionista qual era, si applicò alla selezione delle uve migliori (la sua scelta cadde sul pinot nero), al privilegiare i terreni più vocati alla produzione, ad affinare le tecniche del taglio dei vini (assemblaggio di uve dello stesso tipo provenienti da zone diverse), e a preferire una spremitura dolce per ottenere un mosto chiaro anche se da uve a bacca nera (tutte tecniche caratteristiche, ancora oggi, della produzione dello champagne).
I vitigni usati per la produzione dello champagne sono: Chardonnay, pinot noir, pinot meunier, pinot blanc.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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