di Marcus Dardi – Da dove nasce la parola vaccino?
Il termine deriva dal latino “vacca” e dal suo aggettivo “vaccinus”. Tale nome venne dato per la prima volta dal medico inglese Edward Jenner che nel 1796 usando del materiale di vaiolo bovino per prevenire la malattia del vaiolo umano. Da qui parte la storia delle vaccinazioni.
Le diverse aziende che stanno sperimentando il vaccino SarsCoV2, per intenderci, hanno usato la stessa strategia di ricerca che sembra funzionare.
Tra esse le più citate sono: la Pfizer (la più grande azienda farmaceutica al mondo con un fatturato di circa 55 miliardi di $) in collaborazione con la BioNTech, la Curevac (tedesca) e la Moderna (USA).
Questi vaccini lavorano sull’RNA (molecola polimerica – acido ribonucleico – che agisce sui geni).
La loro strategia, per accorciare i tempi ed essere più efficace si basa sull’utilizzo del mRna messaggero molecolare che contiene le istruzioni delle proteine che formano il virus. La proteina, responsabile della diffusione del covid, quella da colpire per arrestare il virus, si chiama Spike (in italiano, punta o spuntone).
Questa scelta facilita la risposta immunitaria dell’organismo umano.
Come funziona un vaccino? I vaccini stimolano la memoria immunologica del sistema immunitario per difendere il corpo da batteri, virus e altri microorganismi dannosi. Come fare per capire se un vaccino va bene?
Le fasi da affrontare per validare tutti i vaccini, sono tre. Nella prima si studia un campione di persone per capire se il vaccino è sicuro.
Nella seconda si studia un numero significativo di persone per valutarne gli effetti.
Nela terza si valuta un numero molto più elevato di soggetti per capire se è efficace oppure no.