di Marcus Dardi – E’ proprio vero che la musica, la più sublime delle arti, non ha confini.
Analizzando le diverse frequenze provenienti da galassie e nebulose, raccolte durante diverse missioni spaziali, la NASA ha avviato un processo di studio scientifico convertendo i dati in note musicali.
I dati raccolti dai telescopi spaziali Hubble e Spitzer, nonché da osservatori a raggi X, diventano quindi una musica gradevole.
La musica così prodotta ricorda molto quella dei CD che rilassano corpo e anima, quasi a sottolineare l’armonia dell’Universo.
L’analisi più importante, dal punto di vista scientifico, è stata fatta in un ammasso di galassie chiamato Bullet Cluster. Da questo punto dell’universo, i ricercatori hanno avuto una prova diretta dell’esistenza della materia oscura, quella che occupa il 25% dell’universo. Analizzando quest’area, si è scoperto che l’analisi ai raggi x mostra parti di gas caldo, strappate alla materia oscura. I dati, convertiti in suoni, danno frequenze più alte ai gas e frequenze più basse alla materia oscura.
Mettendo insieme le varie frequenze, i tecnici della NASA hanno così generato dei suoni, che diventano così nuovo materiale di studio.
Oltre alla zona del Bullet Cluster, il progetto della NASA ha convertito in musica anche le frequenze provenienti dalla Nebulosa del Granchio, nebulosa generata dai resti di una stella esplosa, e hanno analizzato anche i dati della Grande Nube di Magellano dove è avvenuta la più brillante esplosione di supernove degli ultimi secoli.
Per generare musica hanno attribuito degli strumenti alle diverse frequenze.
Alla Nube di Magellano hanno assegnato una campana tibetana di cristallo, i raggi x sono gli ottoni, i dati di Hubble sono gli strumenti a corda e per ultimo ai dati Spitzer sono state attribuite le percussioni.
Dirige l’orchestra, l’universo!
Photo by NASA