Massimo Galli è cauto sulla Lombardia ‘zona arancione’. “Non ho voglia di parlare di scale cromatiche, sono scelte di tipo politico a questo punto”, dice a Otto e Mezzo, su La7, il primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano e docente all’Università Statale del capoluogo lombardo. “Quelli che dovevano parlare come esperti hanno parlato a suo tempo, non mi risulta che siano stati interpellati. La mia opinione è chiara, io ritengo che se non si manterranno tutta una serie di precauzioni andremo di nuovo a sbattere”, sottolinea. “La seconda ondata è già costata 15mila morti, sono stanco di consolare parenti”, aggiunge. In ospedale, racconta, “ho incontrato un serie di colleghi e il parere è unanime: siamo felici che il pronto soccorso non sia più come prima, ma non è quello di prima da pochi giorni”. E ancora: “A fronte di una discesa importante” dei ricoveri, “si consiglierebbe di fare tutto il possibile per mantenere questo trend. Ci saranno dei problemi se non saremo capaci di mantenerlo”.

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