Crisanti, tracciamento saltato. Usare banca dati Google per sapere movimenti delle persone. Altrimenti c’è terza ondata

Crisanti: usare i giganti del web per tracciare gli spostamenti. Siamo alla seconda e non ultima ondata secondo il professore
10 Novembre 2020
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di Benedetta Baiocchi – In una intervista al Corriere della Sera, il prof. Andrea Crisanti dice la sua sulla sorverglianza e il tracciamento saltati in Italia. Immuni è stata un fallimento, non ha fatto rete con il sistema sanitario, gli operatori non hanno inserito i dati, e l’esponenziale crescita dei contagi rende ora impossibile avere un quadro in tempo reale degli spostamenti degli eventuali positivi. Che fare?

Secondo Crisanti, vale la pena insistere sulla “formazione di futuri tracciatori, che potrebbero potenziare la forza d’urto contro il virus quando i contagi scenderanno e i numeri saranno tali da rendere efficace la sorveglianza attiva”.
Ma il professore pensa più in grande, ad un “monitoraggio dei flussi, dei movimenti delle persone fra regioni e un monitoraggio dei luoghi e delle ore di assembramento. Però queste informazioni al momento noi non le abbiamo”.

Però si sa chi le può avere. Ovvero “i giganti del web. Direi soprattutto Google ma in qualche misura anche Apple, Facebook, Instagram e pure Whatsapp e tutti i social che conoscono in tempo reale la posizione di chi li utilizza”.

Insomma, il grande fratello. Attraverso il cellulare. Ma non basta ancora.

“Tutto questo va implementato con la conoscenza e la geolocalizzazione dei casi e con un potenziamento della struttura di sorveglianza, come andava fatto durante il primo post lockdown. Parliamoci chiaro: se non usiamo questi mesi di chiusura per creare una struttura che aumenti drammaticamente la capacità di fare tamponi e nel contempo studi dei protocolli per fare il tracciamento, il tutto collegato a strumenti informatici, come l’analisi dei flussi, e a Immuni, non ne usciamo. E se non lo facciamo, la terza ondata è molto probabile”.

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