In una intervista al Fatto Andrea Crisanti spiega perché i casi rilevati di Covid siano di molto inferiori a quelli reali. “Lo dice il numero dei decessi, che in media avvengono a 15-20 giorni dall’infezione” afferma il professore di Microbiologia dell’Università di Padova. “Se abbiamo 80/100 decessi negli ultimi 4-5 giorni vuol dire che 15-20 giorni fa i contagi non erano 8/9 mila, ma perlomeno 35/40 mila. Da allora è probabile che siano saliti, fino ai 50 o 70 mila casi che vediamo in altri Paesi Ue”. “La mortalità del Covid oggi è circa il 2 per mille in una popolazione con il 70/80 per cento di vaccinati, era l’1 per cento ed è scesa di quattro/cinque volte. Bisogna dividere i decessi per due e moltiplicare per mille. E poi c’è l’uso sconsiderato dei tamponi rapidi, che sottostimano, hanno una sensibilità che a seconda dell ‘operatore e del test utilizzato va dal 50 al 70 per cento, quindi dà fino al 50 per cento di falsi negativi. Così mandano in giro persone infette”.

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