Ci promettono Natale con ultimi sacrifici. Dal Cts: progressive riaperture

21 Novembre 2020
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Ci dicono che sarà l’ultimo Natale fatto di restrizioni. E vorremmo anche vedere che non è così! Perché significherebbe che il virus non è sotto controllo. Ma se questo, come dicono dal Comitato tecnico scientifico, sarà il sacrificio più grande, non ci dicono però, ma non spetta agli scienziati farlo, che sarà una primavera drammatica per le chiusure, i fallimenti, i ristori insufficienti. E il prossimo Natale, quello del 2021, sarà non certo di gaudio per chi è rimasto sulla strada. La questione è politica. Sentiamo però le parole che arrivano dalla scienza.

“Stiamo andando sulla strada giusta”. Lo dice Luca Richeldi, presidente della Società italiana di pneumologia, primario al Policlinico Gemelli di Roma e componente del comitato tecnico scientifico (Cts) in un’intervista al ‘Corriere della sera’.”I decessi sono ancora alti, i ricoveri sono ancora alti, ma l’indice Rt a livello nazionale ora è sceso a poco sopra l’1 e ci sono almeno 3 regioni in cui è già sotto”, aggiunge. Lo strumento delle fasce, se i numeri continuano a migliorare, ci porterà a progressive riaperture? “No, al contrario. Dico però che questo senso di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri, i sacrifici e le privazioni a cui ancora ci sottoporremo, faranno in modo che questo sarà anche l’ultimo Natale così. Le buone notizie, infatti, che arrivano dal fronte dei vaccini e da quello dei farmaci antivirus, sono incoraggianti. Perciò, anche senza cenoni e senza abbracci, porteremo in famiglia lo spirito giusto, fatto di altruismo e condivisione”, risponde.

L’Italia a tre colori la convince? “É uno strumento innovativo creato dai nostri epidemiologi che senza dubbio sta funzionando, ricordo che altri Paesi sono in lockdown totale da settimane eppure i dati non migliorano come da noi. Quando parlavo del gioco corale, pensavo anche a questo: il sistema delle tre fasce, se i numeri continueranno a migliorare, ci porterà a progressive riaperture nel Paese come a maggio, quando grande fu il lavoro dell’Inail che con i suoi calcoli sui flussi permise il ritorno al lavoro di milioni di persone in sicurezza. Arrivammo all’estate senza registrare un aumento dei casi”, risponde Richeldi. 

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