Bando per le terapie intensive e specializzazioni. La burocrazia se ne frega della pandemia

3 Dicembre 2020
Lettura 1 min

di Giuseppe Olivieri – La deficitaria assistenza territoriale insieme alla carenza delle strutture e del personale sanitario sono alla base del collasso che la sanità italica ha subito e continua a subire.

Ci saremmo aspettati un sussulto d’orgoglio da parte delle istituzioni finalizzato a migliorare velocemente tutto il possibile in ambito sanitario.

Invece, il bando nazionale per potenziare le terapie intensive è stato istituito solo in ottobre ed ora, non contenti, assistiamo al ritardo della pubblicazione della graduatoria definitiva dei medici iscritti al concorso nazionale per accedere alle Scuole di Specializzazione.

Quest’ultimo non solo non è stato anticipato, ma si è tenuto lo scorso 22 settembre, con un ritardo di due mesi rispetto alla scadenza degli anni passati. Il numero dei posti da assegnare è stato aumentato passando da 8.776 a 14.395: scelta dettata con grave ritardo dalle istituzioni romane, considerando che la capacità di formazione specialistica post-lauream è da troppo tempo inferiore sia rispetto al numero dei laureati sia rispetto al reale fabbisogno di medici specialisti, tanto che 1500 medici ogni anno decidono di emigrare verso altri paesi europei dove invece gli viene data la possibilità di specializzarsi. 

Quest’anno, gli iscritti al concorso nazionale per accedere alle Scuole di Specialità in Medicina hanno raggiunto il numero record di 26.061 persone.

Per far accedere un numero maggiore di medici, il Miur (Ministero Università e Ricerca) infatti ha inserito due clausole molto discusse all’interno del bando. Ha impedito agli iscritti al secondo e al terzo anno del corso di Medicina Generale (MMG) di partecipare alla selezione del 2020, a meno di un abbandono del posto già occupato, e ha stabilito che i punti del Curriculum Vitae ottenuti durante il percorso di studi non valessero per una serie di figure mediche ben specificate. Queste due condizioni sono parse fin da subito alquanto equivoche ed illegittime.

L’esito del Concorso era previsto per il 5 ottobre. Alle ore 12 del medesimo giorno il Miur ha comunicato con una nota che la compilazione della graduatoria ufficiale era sospesa a causa dei numerosi ricorsi ricevuti ed accolti dal Tar del Lazio.

Forse nella giornata di giovedì 3 dicembre si riuscirà ad avere l’assegnazione dei candidati alle Scuole. Forse. Con 2 mesi di ritardo.

Evidente è la mancanza di rispetto nei confronti di quei medici che nel giro di pochi giorni dovranno raggiungere sedi lontane dalla propria residenza. Non solo: considerando che le attività didattiche dovranno necessariamente iniziare il 30 dicembre, molte aziende ospedaliere corrono il rischio di non fare in tempo a coprire i posti che avevano predisposto per gli specializzandi, nel caso in cui gli stessi risultassero vacanti.

Il classico pasticcio all’italiana dovuto alla cronica burocrazia asfissiante e all’inettitudine che, nemmeno in un momento di grave emergenza come quella che stiamo vivendo, consente una parziale riorganizzazione in ambito sanitario.

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