VIDEO – Vespa a Porta a Porta: tamponi contati anche doppi non corrispondono a nuovi casi. E attacca Istituto superiore sanità: Dice cose sbagliate

23 Ottobre 2020
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di Stefania Piazzo – Puntata critica quella che Bruno Vespa ha proposto ieri sera a Porta a Porta, elencando in particolare i dati sui nuovi casi. Interpellata a illustrare uno studio, parla la dottoressa Maria Rita Gismondo dell’Ospedale Sacco di Milano, che spiega come i numeri debbano essere letti con maggior serenità, pur restando gravi e pesanti. In altre parole, il medico del Sacco di Milano, precisa che un paziente può e deve effettuare anche altri tamponi di controllo ma questi vengono tuttavia conteggiati nel calcolo totale come nuovi casi.

Vespa conferma incalzando un altro ospite, parlando di scorrettezza, affermando che lo stesso Istituto superiore di sanità, interpellato dalla redazione di Porta a Porta, aveva invece confermato si trattasse di nuovi casi.

Ecco le parole del giornalista della corazzata Rai. Siamo circa al minuto 16,30 della puntata.

“Noi avevamo un vecchio sospetto, non scientifico ma fondato sull’esperienza, nel senso che le persone che vanno ad esempio al drive in, a fare il secondo, terzo quarto tampone, ricevono un modulo sempre uguale. Per cui ci è venuto il sospetto che questi fossero considerati tutti nuovi casi. Lei – e si rivolge alla dr. Gismondo- ha verificato che effettivamente un 15% dei cosiddetti nuovi casi sono dei casi ripetuti.

https://www.raiplay.it/video/2020/10/Porta-a-Porta-60bcecb7-1529-40d5-96e6-4fc37aa221fc.html

La dottoressa Gismondo alla domanda di Vespa, “Cosa è successo?”, risponde per spiegare la tabella e la differenza del 15%.

2Questo è un calcolo che abbiamo fatto estrapolando l’osservazione che abbiamo avuto nel nostro laboratorio. Abbiamo considerato il numero dei tamponi positivi, e poi il numero dei pazienti a cui corrispondevano. Ed è ovvio, visto che anche le nostre misure dicono di dover ripetere il tampone, se è positivo, anche due volte, è ovvio pensare che allo stesso soggetto possano corrispondere in una certa quantità anche due o tre tamponi positivi. Sappiamo – prosegue Gismondo – che in alcuni soggetti addirittura i tamponi sono positivi per mesi, quindi è abbastanza chiaro che i dati debbano essere molti tamponi e un po’ meno di soggetti a cui corrispondono”.

“Il nostro è un invito alla chiarezza, purtroppo nella comunicazione che leggiamo tutti i giorni innanzitutto si parla di nuovi casi positivi quando caso è il caso clinico. Quindi non sono casi clinici ma contagi con il virus. Poi si parla di nuovi tamponi positivi e la gente pensa che oggi ad esempio ci sono stati 10mila positivi e che siano stati degli altri soggetti positivi ma in effetti sono dei tamponi positivi che poi bisognerà pulire nel loro numero attribuendoli ai soggetti che li hanno effettuati”.

A questo punto Vespa pone una domanda al prof. Luca Richeldi, pneumologo al Gemelli a Roma: Perché queste cose al Comitato tecnico scientifico non risultano? Perché non ce le dite?” Ecco la replica: “Intanto mi sembra non cambi il messaggio generale – risponde -. E’ una informazione che il ministero della Salute ha, che l’Istituto superiore di sanità ha”. E Vespa non se lo fa scappare: “No – incalza il giornalista – noi abbiamo telefonato all’Istituto superiore di sanità e c’hanno detto nuovi casi significa nuovi casi! E quindi ci hanno detto una cosa sbagliata, mi dispiace.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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