VIDEO – Salvini contestato al confine polacco dal sindaco di Przemys. La t-shirt pro Putin non si cancella

8 Marzo 2022
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La Lega e la sua politica estera. E chi la suggeriva. Un prezzo che Matteo Salvini paga caro con una figura internazionale che non si dimentica. Ecco qua. Doppia contestazione per lui in Polonia, nel secondo giorno della ‘missione pacifista’ del leader della Lega, con polemiche che accendono il dibattito politico in Italia. Il primo a intervenire è Matteo Renzi, puntando il dito contro le pagliacciate del leader della Lega, con controreplica del leghista che si replica al ‘compagno Renzi’. Tutto nasce quando Salvini, racconta Adnkronos. – da ieri mattina in Polonia – durante la sua marcia di avvicinamento alle zone calde, al confine sud-est con l’Ucraina, si trova di fronte il sindaco di frontiera, primo cittadino polacco di Przemysl, Wojciech Bakun, ultranazionista, che gli mostra una maglietta con il volto di Putin, rinfacciandogli la sua vicinanza con il leader russo, e invitandolo ad andare assieme a lui alla frontiera, che dista una manciata di chilometri, per condannare da lì il numero uno di Mosca.

Il video fa il giro dei social. Si vede poi Salvini che tenta di spiegare, circondato dai giornalisti e dai fotografi presenti numerosi, che la sua missione è per la pace, parlando in inglese dice: “Sorry, we are here for help childrens…”. Ma non finisce lì, perché a contestare il leader della Lega arriva un gruppetto di italiani, al grido di “buffone”, “pagliaccio”, “vergognati”, con qualcuno che gli ricorda “tu dicevi ‘mezzo Putin per due Mattarella’”. Il leader della Lega si limita a un ‘buon lavoro’ e lascia la piazza.

Agguato mediatico o incidente di percorso, in ogni caso la vicenda rimbalza subito in Italia. Non perde l’occasione di attaccare Matteo Renzi, che su Facebook pubblica una foto del sindaco polacco, ricordando di aver detto a Salvini “in tutti i modi che in questa fase serve la politica, non le pagliacciate. Questo sindaco polacco glielo ha spiegato in modo ancora più chiaro. Meglio se Salvini torna a casa prima possibile, meglio per lui dico”. “Prima era a favore delle armi, perché ‘la difesa è sempre legittima’ e avrebbe ‘ceduto due Mattarella per mezzo Putin’. Oggi si dice pacifista e va ad accogliere i rifugiati ucraini al confine. Non so più come commentare”, aggiunge su Twitter Laura Boldrini, deputata Pd, ex presidente della Camera. Immediata la controreplica del leghista che dà del ‘comunista’ a Renzi: “Renzi e compagni? Vengano a portare aiuti ai bimbi che abbiamo visto oggi piangere al confine, e ci aiutino a portarli in Italia con le loro famiglie, invece di dire sciocchezze”. A spezzare una mezza lancia in favore di Salvini invece è Giorgia Meloni. Che, sollecitata a commentare la trasferta polacca, si limita a un laconico: “Penso che chiunque faccia qualcosa, fa bene a fare qualcosa”. 

I FOTOGRAFI – “Quando abbiamo visto il sindaco che tirava fuori la maglietta di Putin, lui che indossava pure una tuta mimetica, abbiamo capito che qualcosa stava succedendo, a quel punto, sia io che il mio collega Marco Salami, e forse un altro italiano, abbiamo iniziato a incalzare Salvini, chiedendogli di indossare quella t-shirt”. Sergio Ferri, fotografo in missione umanitaria in Polonia, racconta così la contestazione al leader della Lega, scattata questa mattina al confine sud-est con l’Ucraina, dopo che il primo cittadino di Przemysl, Wojciech Bakun, ultranazionista, ha rinfacciato all’italiano la sua vicinanza con il leader russo, invitandolo ad andare assieme a lui alla frontiera, che dista una manciata di chilometri, per condannare da lì il numero uno di Mosca. Raggiunto dall’AdnKronos a Cracovia, il fotografo free-lance piacentino spiega che non ha resistito: “E’ stato più forte di me, non sopporto lo sciacallaggio e l’ipocrisia”, spiega ancora. “Noi siamo qui perché abbiamo portato farmaci e aiuti agli ucraini”, rivendica. “A un certo punto – racconta – Salvini è venuto verso di noi, io gli ho ricordato quando diceva che due Mattarella non valgono mezzo Putin, e avendolo davanti gli ho chiesto di dire chiaramente di condannare Putin, cosa che lui non ha voluto fare”. La scena continua, Salvini lascia la piazza e si dirige altrove “ma ci sono altri colleghi – dice ancora Ferri – uno spagnolo gli chiede la stessa cosa, con lui Salvini dice che Putin è l’aggressore, è da condannare, almeno così mi raccontano”. 

CONDANNA A PUTIN

 “Non vado in Russia da 5-6 anni, sono in Polonia, io voglio la pace. Condanno la guerra, le bombe, gli attacchi e i missili come tutti. Se condanno Putin? Certo, condanniamo Putin e l’aggressione russa”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando con i cronisti a Przemysl, cittadina che dista circa 15 chilometri dalla frontiera con l’Ucraina. “Noi vogliamo portare pace, dialogo, aiuto, medicine. Le porte dell’Italia sono aperte per chi scappa dalle guerre. Noi siamo qua per portare in Italia bimbi, rifugiati e mamma che scappano dalla guerra. Noi non vogliamo la guerra da nessuna parte”, ha aggiunto.

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