Il governo spagnolo sembra orientato a concedere l’indulto ai 12 indipendentisti catalani in carcere per il referendum illegale del primo ottobre 2017 alla fine di giugno o all’inizio di luglio. Secondo quanto riferito dal quotidiano “El Pais” che ha consultato varie fonti governative, il testo sara’ approvato quando il ministero della Giustizia e la squadra piu’ vicina al primo ministro, Pedro Sanchez, avra’ concluso un lavoro molto delicato in modo da scongiurare qualsiasi “rovesciamento” da parte della Corte suprema che sarebbe “devastante” per l’esecutivo. Sanchez e vari ministri hanno evidenziato in diverse occasioni l’utilita’ di questo strumento per l’interesse generale in quanto puo’ aiutare a risolvere il conflitto in Catalogna
. Secondo “El Pais”, come formula per rafforzare gli argomenti legali, l’indulto ai 12 leader pro indipendenza avra’ diverse limitazioni: saranno condizionati e reversibili. Se il beneficiario cadrà in recidiva, in un periodo che puo’ essere di circa tre anni, l’indulto sara’ annullato. E’ una formula abituale, ma in questo caso ha un valore politico e giuridico speciale perche’ l’opposizione e la stessa Corte Suprema sostengono che questa misura non puo’ essere concessa a coloro che non non si sono pentiti, ma hanno affermato che “lo farebbero di nuovo”.
Tuttavia, il governo e’ fiducioso che il neo presidente della Catalogna, Pere Aragones, terra’ fede alla sua strategia di un referendum concordato con lo Stato, abbandonando l’unilateralismo che ha caratterizzato gli ultimi anni della Generalitat guidata da Uniti per la Catalogna di Carles Puigdemont. Dall’altra parte, i partiti di opposizione vedono in questa delicata questione politica uno spazio per rovesciare il governo e indebolire il suo elettorato che sembra diviso sulla concessione dell’indulto. E anche all’interno dello stesso Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) non sono mancate voci critiche di importanti esponenti, come il presidente della regione di Castiglia La Mancia, Emiliano Garcia-Page, e l’ex premier Felipe Gonzalez.
foto di Enric Domas