Il 2021 che sta per chiudersi e’ stato un anno di ricco di eventi per la politica italiana: una crisi di governo, la nascita dell’esecutivo guidato da Mario Draghi con una maggioranza all’insegna dell’unita’ nazionale, cambi di leadership che hanno coinvolto due dei maggiori partiti e un’importante tornata di elezioni amministrative. Tutto nel pieno di una pandemia e di una campagna vaccinale che ha raggiunto oltre l’80% degli italiani e che sembrava – almeno fino all’arrivo della quarta ondata, spinta dalla variante Omicron – averci fatto uscire dall’emergenza Covid. In questo quadro, non potevano non esserci ripercussioni sullo stato di salute delle varie forze politiche. Proviamo quindi a tracciare un bilancio di come si sono evoluti i consensi ai partiti nei 12 mesi passati. Per farlo, mettiamo a confronto l’ultima Supermedia AGI/YouTrend (ulteriormente aggiornata rispetto a quella di una settimana fa) con la prima dell’anno, datata 14 gennaio. Poiche’ la nostra Supermedia mette insieme i sondaggi effettuati nei 15 giorni precedenti, questi numeri ci dicono cosa e’ cambiato tra le prime due settimane del 2021 e le ultime due settimane dell’anno.
In particolare, per cio’ che riguarda le prime 3 posizioni, non si puo’ certo dire che siano mancati i colpi di scena: ad animare la “competizione” e’ stata soprattutto la rimonta di FdI, che aveva iniziato l’anno come terzo partito e che – dopo aver “contenuto” la rimonta del M5s – ha superato prima il Pd e poi, in estate, ha scalzato la Lega dal primo posto, per poi perderlo a novembre a vantaggio dei democratici che avevano a loro volta superato la Lega a cavallo delle elezioni amministrative. Vediamo singolarmente per ogni forza politica le oscillazioni dell’anno.
PARTITO DEMOCRATICO Valore massimo: 21,7% (21 dicembre) Valore minimo: 17,6% (17 marzo) I democratici chiudono il 2021 come primo partito con piu’ del 21% dei consensi. Un bilancio decisamente positivo, considerato che a inizio anno il Pd era sotto il 20% e staccato di oltre 3 punti dalla Lega. Il Pd, inoltre, e’ stato in un primo momento il partito piu’ colpito dalla crisi di governo sfociata nell’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi: le critiche alla linea del partito in quella fase hanno portato alle dimissioni del segretario Nicola Zingaretti. Ed e’ stato proprio allora (inizio marzo) che i democratici hanno conosciuto una forte flessione nei consensi, a vantaggio del M5s. Con l’arrivo di Enrico Letta alla segreteria, e soprattutto con le importanti vittorie nelle maggiori citta’ d’Italia in occasione delle elezioni amministrative di ottobre, il Pd ha recuperato il terreno perduto con gli interessi, issandosi oltre il 21%. Per il 2022 la sfida e’ mantenere questo primato, senza pero’ togliere troppi consensi ai potenziali alleati di oggi e di domani in vista delle prossime elezioni politiche.
Da questo primo confronto “secco” emergono vincitori e sconfitti. Chi scende di piu’ sembra essere la Lega: rispetto a inizio anno, il partito di Salvini ha perso infatti 4 punti e mezzo. Non e’ andata benissimo nemmeno all’altro Matteo, quel Renzi artefice della crisi del governo Conte II: Italia Viva e’ passata dal 3,3 al 2,2 per cento. Di contro, hanno guadagnato consensi (quasi) tutti gli altri partiti. A cominciare da Fratelli d’Italia, che nel corso del 2021 e’ cresciuta di oltre 3 punti passando dal 16,3% al 19,6%. Ma anche il Partito Democratico, che e’ tornato stabilmente sopra il 20% e ha riconquistato la palma di primo partito (cosa che non accadeva dal 2017). Anche quello del Movimento 5 stelle e di Forza Italia sembra un bilancio positivo, con entrambi i partiti che fanno registrare valori piu’ alti rispetto a gennaio. Le cose pero’, come sa bene chi ha seguito con attenzione i fatti politici di questo 2021, sono meno nette di quanto appaia a prima vista. I rapporti di forza tra i partiti si sono rimescolati in modo a tratti caotico, con saliscendi spesso intrecciati tra loro, aprendo la porta a molti esiti possibili e permeando lo scenario di una quasi costante incertezza.
FRATELLI D’ITALIA Valore massimo: 20,7% (9 settembre) Valore minimo: 16,1% (4 febbraio) Anche per Fratelli d’Italia il bilancio dell’anno e’ positivo. Certo, la crescita e’ stata meno impetuosa rispetto a quella registrata nel 2019 e nel 2020, ma questo e’ dovuto al fatto che FdI ha raggiunto ormai livelli di consenso talmente elevati che e’ divenuto persino arduo immaginare di andare oltre. L’arrivo del Governo Draghi ha consentito a FdI di ritagliarsi il ruolo di “unica opposizione” (o quantomeno l’unica dotata di un peso rilevante in termini politici e parlamentari) e di beneficiarne incrementando ulteriormente i propri consensi a scapito della Lega, ritrovatasi nell’ambivalente posizione di partito di lotta e di governo. Dopo le elezioni amministrative di ottobre, pero’, con la sconfitta di Enrico Michetti (candidato di Giorgia Meloni) a Roma, FdI ha perso la palma di primo partito “virtuale” recentemente conquistata e ora si contende con la Lega quella di prima forza del centrodestra.
LEGA Valore massimo: 23,6% (gennaio-febbraio) Valore minimo: 18,4% (25 novembre) Non si puo’ dire che la Lega abbia mostrato uno scarso dinamismo nell’anno che si e’ appena concluso. Di certo, l’appoggio al Governo Draghi sembra non aver pagato in termini di consensi, se e’ vero che da quando si e’ insediato il nuovo esecutivo il Carroccio ne ha persi in modo graduale ma costante. Eppure, nelle condizioni date (e vista l’elevata popolarita’ che i sondaggi attribuiscono al premier) forse l’alternativa avrebbe avuto effetti persino peggiori, mettendo a rischio l’unita’ del partito e aprendo una spaccatura tra “governisti” (Giorgetti, ma anche i potenti governatori leghisti) e “movimentisti”. Se si considera che la Lega e’ stata anche colpita alla vigilia delle amministrative dallo “scandalo” – poi risultato del tutto privo di rilevanza penale – che ha riguardato Luca Morisi, il social media manager di Salvini, il 19% di cui il partito chiude il 2021 non sembra un risultato cosi’ negativo.
MOVIMENTO 5 STELLE Valore massimo: 17,2% (20 maggio) Valore minimo: 14,2% (14 gennaio) Se si guarda solo ai numeri, il saldo del M5s e’ positivo. A un’analisi piu’ approfondita, pero’, il 2021 e’ stato un anno decisamente avaro di soddisfazioni per il partito fondato da Beppe Grillo. A gennaio, infatti, nonostante i consensi sotto il 15%, il M5S era ancora la principale forza di maggioranza, quello con la rappresentanza governativa nettamente piu’ forte e con il leader (a lungo “in pectore”) piu’ popolare, Giuseppe Conte. La caduta del Conte bis ha in un primo momento portato nuovi consensi verso i pentastellati, complice anche la crisi che ha investito il Pd nelle settimane successive e lo “scongelamento” di Conte, infine insediato formalmente come leader. Inoltre, i grillini hanno conservato posti di peso anche nel nuovo esecutivo guidato da Draghi (sia pure pagando con frizioni interne e fuoriuscite la scelta di appoggiare il governo dell’ex presidente della Bce). La primavera del Movimento e’ pero’ durata poco: con i mesi e’ divenuto il piu’ debole dei “big four” della politica italiana, e nemmeno la nuova leadership di Conte e’ riuscita a invertire la tendenza. Le pesanti sconfitte rimediate alle amministrative non hanno aiutato, e ora c’e’ da chiedersi se il 2022 sara’ l’anno della riscossa per quello che a inizio legislatura era il primo partito.
FORZA ITALIA Valore massimo: 8,2% (gennaio-marzo) Valore minimo: 6,9% (21 ottobre) Forza Italia merita un approfondimento particolare. Non tanto per il suo consenso, rimasto sostanzialmente stabile per tutto il 2021 tra il 7 e l’8 per cento, quanto per il ruolo giocato sul piano istituzionale. Con la caduta del Conte II, Forza Italia e’ stata decisiva nel far nascere il Governo Draghi, in qualche modo “trascinando” con se’ anche la Lega nella nuova maggioranza e rafforzando il suo profilo di forza di centrodestra moderata e di governo. In virtu’ della sua forte rappresentanza parlamentare, sono di Forza Italia alcuni dei ministri piu’ “pesanti” del Governo Draghi (si pensi a Brunetta), e portano la firma di FI anche le – poche – soddisfazioni per il centrodestra venute dalla tornata elettorale di ottobre (la Calabria, Trieste). In vista delle elezioni per il Colle, inoltre, l’unico candidato “esplicito” e’ Silvio Berlusconi, fondatore e leader di Forza Italia, su cui peraltro si e’ registrata la convergenza di tutto il centrodestra, da FdI ai centristi. Nonostante un consenso molto lontano dai suoi giorni migliori, insomma, ci sono tutti i presupposti perche’ FI possa giocare un ruolo determinante anche nel 2022.
GLI ALTRI Alle spalle dei partiti maggiori, la galassia dei “nanetti” (come li chiamava il politologo Giovanni Sartori) non si e’ resa protagonista di colpi di scena degni di nota. Anche quest’anno, nella nostra Supermedia abbiamo tenuto conto solo dei partiti che sono stati monitorati da tutti (o quasi) gli istituti demoscopici, e che hanno fatto registrare un consenso stabilmente superiore all’1-1,5%: Azione, Italia Viva e Piu’ Europa, Verdi, Articolo 1-MDP e Sinistra Italiana. Il partito di Carlo Calenda si e’ distinto per essere stato costantemente, settimana dopo settimana, il “best of the rest”, oscillando tra il 3 e il 4 per cento, dato che lo renderebbe ad oggi l’unico tra i piccoli partiti in grado di superare la soglia di sbarramento (3%) prevista dalla legge elettorale vigente, senza ricorrere a cartelli e/o fusioni. D’altro canto, ci si poteva forse aspettare che Azione beneficiasse di un certo aumento di consensi dopo il buon risultato dello stesso Calenda (20%) alle amministrative di Roma – aumento che per ora non sembra esserci stato. Un cenno va fatto anche alle forze che si muovono sul lato sinistro dello spettro politico e parlamentare: a inizio 2021 infatti i sondaggi registravano un unico dato complessivo, di poco superiore al 3%. Con l’avvento del Governo Draghi, pero’, le strade di Sinistra Italiana (Fratoianni, all’opposizione) e Art. 1-MDP (Speranza-Bersani, in maggioranza) sono tornate a dividersi, e da allora anche i sondaggi hanno preso a considerarle due forze distinte: nessuna delle due, ad ogni modo, e’ mai andata molto oltre il 2%, e ad oggi la somma dei consensi di questi due partiti (3,9%) non e’ molto superiore a quello registrato in gennaio.