“Noi avevamo una linea molto chiara: avremmo voluto un presidente di centrodestra, ma dopo la rinuncia di Berlusconi e le divisioni in Parlamento la nostra richiesta è sempre stata quella di un presidente politico”. Quindi no a Draghi, a Belloni, a Cartabia… “Sono persone rispettabilissime e capaci, ma la politica non può abdicare al suo ruolo delegandolo ai tecnici. Draghi è la persona giusta al governo, al Quirinale serviva una figura politica. Non si è trovato l’accordo su una personalità di mediazione come Casini, è stato giusto rivolgersi a Mattarella che ha svolto bene questo ruolo per sette anni. E se è stato possibile arrivare a questa soluzione, è stato per la decisione nostra e di Berlusconi di sbloccare una situazione di impasse pericolosissima”. Così Antonio Tajani — coordinatore e vice presidente di Forza Italia, in una intervista al Corriere della Sera. “Abbiamo detto chiaramente a Salvini e Meloni che la nostra posizione era questa. Poi ogni forza in autonomia fa le sue scelte”.
Ma il centrodestra è a pezzi: esiste più una coalizione, Salvini ne è ancora il leader? “C’è un fondatore del centrodestra, che è Silvio Berlusconi. Poi alle elezioni si vedrà chi sarà il candidato” e “se il sistema elettorale resterà questo, le coalizioni avranno una loro logica. E a parte il fatto che agli italiani il tema della legge elettorale interessa ben poco, io non credo si debba rinunciare al maggioritario e al bipolarismo”. Quindi che significa questo nuovo asse con i partiti centristi e la voglia di FI di muoversi in autonomia? “Significa che crediamo che un’area forte che fa riferimento al Ppe sia indispensabile per governare, oggi e domani. E’ importante che si sia consolidata la collaborazione tra questi partiti”.
E su Casellati, aggiunge, “nessuno può dire che i voti mancanti erano solo dei nostri. So che chi non l’ha votata ha fatto un grave errore”. Quindi ribadisce: “Era il 25 gennaio e già dichiaravo pubblicamente che nessuno avrebbe trattato a nome nostro. Abbiamo individuato candidati quasi tutti di area FI, ci siamo mossi sempre con una posizione chiara e dichiarata e quando gli alleati hanno deciso di non seguirla sono andato io al vertice dei leader a nome dell’area centrista per chiudere l’accordo su Mattarella”.