di Stefania Piazzo – Il titolo che dà il Corriere della Sera nel pezzo di sintesi di Francesco Ferderami è eloquente. “Meloni e l’irritazione per gli annunci di Salvini”. Riepilogo delle strambate precedenti della Lega Salvini Vicepremier. Meloni deve fare i conti con la «gestione parallela» della Lega su economia, Covid e Ucraina. Dal tetto di 10 mila euro per il contante al liberi tutti sul Covid (in fondo in fondo lo ha sempre sperato anche nei momenti critici, Salvini) fino alla pace e il no alla guerra in Ucraina, la Lega va avanti a prescindere da FdI. Come non ci fosse. «Il tutto senza nemmeno farmi una telefonata per avvisare e concordare», si sfoga il premier.
Una collegialità che sembra già in partenza annacquata e che non è il massimo in tempi di crisi.
Per il contante Meloni ha parato portando il tetto all’ipotesi 5mila euro. Poi vedremo cosa passerà. Infine c’ha messo del suo il neoministro della Salute. Via le mascherine. Via le multe ai no vax o, almeno, proroga fino a giugno cioè a babbo morto. Eccetera… Al di là se sia giusto o meno, la Lega alza la voce su tutti i temi e su tutti quelli che fanno cassetta pianta la bandiera.
Anziché fare quadrato sulle cose che stringono, le bollette, l’inflazione, il socio di maggioranza pensa al contante, alla vita senza più il Covid (magari), al ponte sullo Stretto subito, all’Italia ambasciatrice di pace con Putin (gira e rigira si finisce lì…).
I tempi per definire e approvare la finanziaria sono stretti. E la Lega Salvini Vicepremier gioca la sua partita. Nel Conte 1 c’era Giuseppi. Qui, stavolta, c’è Giorgia. Forse Matteo ancora pensa di poter fare lo splendido degli annunci. Ci sono le regionali, ma lui la campagna elettorale non l’ha mai finita. Si vede qui la statura dello statista, vero?