Russia vieta ingresso a otto cittadini europei. Al presidente parlamento Ue Sassoli bandito ingresso nel territorio di Putin

30 Aprile 2021
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L’Ue risponde con una forte condanna alle sanzioni russe, in una dichiarazione congiunta del presidente del Consiglio, della Commissione e del parlamento europeo. “Condanniamo nei termini più forti possibili la decisione adottata oggi dalle autorità russe di vietare l’ingresso nel territorio russo ad otto cittadini dell’Ue”, si legge. “Tra questi sono inclusi il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, la vicepresidente della Commissione europea Věra Jourová, e sei funzionari di paesi membri dell’Unione Europea. Questa mossa è inaccettabile, priva di ogni giustificazione legale e totalmente priva di fondamento. E’ rivolta direttamente contro l’Unione Europea, non solo contro gli individui coinvolti”. “Questa decisione è l’ultima chiara dimostrazione di come la Federazione russa abbia scelto il confronto con l’Ue invece di concordare su come reindirizzare la traiettoria negativa delle nostre relazioni bilaterali. L’Ue si riserva il diritto di adottare misure opportune in risposta alla decisione delle autorità russe”. 

Putin ha così annunciato la sua dura risposta alle sanzioni varate a marzo dall’Ue contro sei dirigenti russi per il caso dell’oppositore in carcere Alexiei Navalny e per altre gravi violazioni dei diritti umani. Il ministero degli Esteri di Mosca ha vietato l’ingresso in Russia oltre che al presidente del Parlamento europeo anche alla vice presidente per i valori e la trasparenza della Commissione Europea Vera Jourova e ad altri sei funzionari di Paesi europei.

“A quanto pare, non sono il benvenuto al Cremlino? Lo sospettavo un po’” ha commentato su Twitter Sassoli: “Nessuna sanzione o intimidazione fermera’ me o l’Europarlamento dalla difesa dei diritti umani, della liberta’ e della democrazia. Le minacce non ci zittiranno”, ha poi proseguito citando Tolstoj: “Non c’e’ grandezza dove non c’e’ verita’”.

Secondo Mosca “l’Ue prosegue nella sua politica di misure restrittive unilaterali illegittime contro i cittadini russi e le organizzazioni russe. Tali azioni dell’Unione europea – si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo – non lasciano dubbi sul fatto che il loro vero obiettivo sia quello di frenare lo sviluppo del nostro paese ad ogni costo (…) per lanciare una sfida aperta all’indipendenza della politica estera e interna della Russia”. Immediata la reazione bipartisan in Italia ed in Europa. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sentito Sassoli per esprimergli “piena solidarieta’” non appena appresa la notizia delle sanzioni.

Messaggi dello stesso tenore sono arrivati anche dal commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che ha definito le sanzioni russe “tanto ingiustificate quanto inutili”. “La mia piena solidarieta’ al presidente del Parlamento europeo David Sassoli, colpito dalle sanzioni decise dal governo russo. Un gesto di ostilita’ incomprensibile, non compatibile con i valori della democrazia europea e con i principi del diritto internazionale”, ha scritto su Twitter il presidente della Camera Roberto Fico, mentre il segretario del Pd, Enrico Letta, ha parlato di “un atto di ostilita’ senza precedenti” e ha assicurato che “il @pdnetwork tutto reagisce con durezza, a difesa della democrazia europea” e continua a “chiedere con ancora piu’ forza la liberazione di #Navalny”.

E sulla vicenda, tra gli altri, e’ intervenuta anche la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, parlando di un “gesto intimidatorio senza precedenti’. Le nuove misure restrittive arrivano in un momento di particolare tensione nei rapporti tra la Russia e l’Occidente, che hanno portato all’espulsione di numerosi diplomatici da ambo le parti. Bruxelles il 2 marzo ha imposto il divieto di viaggi e il congelamento dei beni in territorio Ue a quattro pesi massimi del sistema statale russo per l’incarcerazione del rivale numero uno di Putin, Alexey Navalny, e per la repressione a colpi di manganello e con migliaia di arresti delle manifestazioni pacifiche per chiedere la liberazione dell’oppositore. Il 22 marzo l’Ue ha sanzionato alcune persone ritenute responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, e tra loro due russi accusati di perseguitare gli omosessuali in Cecenia.

Mosca ha cosi’ risposto a queste misure. Oltre a Sassoli e Jourova, nella lista nera del Cremlino sono finiti diversi dirigenti dei Paesi Baltici, ma anche il membro della delegazione francese all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa Jacques Maire, il capo della procura di Berlino Jorg Raupach, e Asa Scott, che guida il laboratorio per la sicurezza chimico-biologica e nucleare dell’istituto di ricerca svedese della Difesa, cioe’ l’istituto che ha confermato le conclusioni degli esperti tedeschi secondo cui Navalny e’ stato avvelenato con il Novichok, una neurotossina che si ritiene sia stata sviluppata in Unione Sovietica ai tempi della Guerra Fredda. Navalny e’ finito in carcere non appena ha rimesso piede a Mosca di ritorno da Berlino, dove e’ stato curato per l’avvelenamento per il quale si sospettano i servizi segreti del Cremlino. La Russia di Putin pare decisa a proseguire sulla strada della repressione e proprio oggi gli uffici regionali di Navalny sono stati inseriti da Mosca nella lista delle “organizzazioni estremiste”.

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