di Gigi Cabrino – “Con l’incasso della quinta rata l’Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’ammontare maggiore di finanziamento, pari a 113,5 miliardi di euro, corrispondente al 58,4% delle risorse del Piano”.
Con questa nota Palazzo Chigi il 5 agosto commentava il pagamento della quinta rata del pnrr.
I costruttori sono di diverso avviso, parlano senza mezzi termini di pnrr fermo.
“Temiamo il crollo del settore”. Lo ha detto la presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), Federica Brancaccio, in un’intervista a “La Repubblica”. Al momento a scendere sono solo le ore di lavoro, l’occupazione tiene ma Brancaccio guarda con preoccupazione all’autunno. L’Ufficio studi dell’Ance prevede una decelerazione del 7,4 per cento, dovuta alla stretta del Superbonus e ai colli di bottiglia del Pnrr, soprattutto per gli enti locali. Nel complesso, significa circa 10 miliardi in meno di investimenti. “Noi – ha osservato la presidente Ance – avevamo stimato che purtroppo nel 2024 il Pnrr non sarebbe riuscito a bilanciare la brusca frenata della riqualificazione energetica. I segnali dei primi mesi del 2024 danno ancora una crescita del settore, ma crediamo che sia l’onda lunga. Già rileviamo alcuni segnali negativi, un deciso calo delle ore lavorate, insieme alla restrizione del credito e a grandi ritardi nei pagamenti”. Soprattutto da parte degli enti pubblici: “Intanto le nostre imprese devono ancora incassare le risorse previste dal dl Aiuti per il caro-materiali nel 2022. Inoltre gli enti locali sono disperati: sostengono che i pagamenti del Pnrr da parte dello Stato non arrivano con la dovuta celerità. Secondo noi anche le richieste partono con un certo ritardo, per via della complessità della piattaforma Regis”, ha sottolineato Brancaccio, che ha aggiunto: “Abbiamo letto che il Mef dice che si sta spendendo troppo poco, i Comuni dicono che non arrivano i soldi, in mezzo ci sono le imprese: qual è l’anello della catena dove si blocca il meccanismo? Così pero le imprese non riescono a proseguire i lavori. Ma ci preoccupa ancora di più l’assenza di programmazione”.
Quest’anno è stata approvata la direttiva sulle Case Green, che in teoria dovrebbe sostenere gli investimenti nell’edilizia: “Sì, ma se non sappiamo né da parte italiana né da parte europea quali sono le risorse messe in campo sarà difficile pensare a un piano di rigenerazione urbana. Noi abbiamo una visione molto chiara, siamo già in grado di elaborare proposte concrete appena si aprirà un confronto sul tema”, ha replicato. “Secondo noi – ha concluso la presidente Ance – bisognerebbe cominciare dai grandi condomini di periferia, sostenendo le classi meno agiate e le famiglie con i redditi più bassi. Siamo convinti che questa sia la strada, ma se non sappiamo quanto pub investire il Paese. Ci auguriamo anche che il governo metta ordine ai bonus edilizi già nel Def di settembre: le nuove regole del Patto di Stabilità ci impongono una programmazione pluriennale, che consentirebbe di prendere un po’ di fiato anche al nostro settore”.
Non è sufficiente rispettare le scadenze all’incasso delle rate pnrr, occorre spendere nei tempi stabiliti le risorse.