di Stefania Piazzo – Come si può fare per superare la strettoia dello stato d’emergenza ogni volta da deliberare e rinnovare? Durante il Covid è stato un reiterarsi continuo di stati d’emergenza. Per tagliare la testa al toro basta, si fa per dire, cambiare l’articolo 78 della Costituzione. Un progetto di legge e via. Così ha pensato la Salvini Premier in un progetto di legge depositato nel gennaio scorso. Non si fa riferimento, nell’articolato, ad emergenze sanitarie ma, più ad ampio spettro, ad emergenze nazionali. Punto. Oggi è la pandemia. Domani chissà. Magari anche la guerra.
E per deliberare lo stato d’emergenza, basta il voto dei due terzi dei presenti. Ah beh. Domanda: ma quando c’è uno stato d’emergenza, si possono rinviare anche le elezioni? Beh, in tempo di Covid è accaduto con amministrative e regionali. E per le politiche, altra domanda, potrebbe accadere la stessa cosa?
Il testo ora recita:
Articolo 78
Le Camere deliberano lo stato di guerra [cfr. art. 87 c. 9] e conferiscono al Governo i poteri necessari.
Ovviamente lo stato d’emergenza deliberato con i due terzi dei presenti, la politica lo introduce per il nostro bene, per il bene comune. Che a nessuno venga in mente che cambiare l’articolo 78 sia un grimaldello per spostare in là il problema del consenso e della rappresentanza. I partiti fanno solo i nostri interessi, giusto?