Meloni, votata anche dagli operai, al congresso Cgil. Prima volta di un premier. Landini: Segno di rispetto

10 Marzo 2023
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di Cassandra – Perché stupirsi? La premier Giorgia Meloni sarà al Congresso della Cgil in programma a Rimini dal 15 al 18 marzo. E’ il presidente di tutti, anche degli iscritti della Cgil, ma anche dei tanti operai che non votano più Lega e che superando le ideologie, stanchi di una sinistra incoerente, preferiscono nell’insicurezza, votare la destra coerente. La presidente del consiglio parteciperà così il 17 marzo, in tarda mattina. Nella stessa giornata è previsto anche il presidente della Cei, cardinale Matteo Maria Zuppi. 

“Il fatto che la premier Giorgia Meloni abbia accettato di partecipare al congresso della Cgil lo considero positivo, segno di rispetto e riconoscimento del ruolo di una organizzazione che rappresenta milioni di persone. Allo stesso tempo mi auguro che si determini quello che finora non si è realizzato: le riforme annunciate devono essere oggetto di confronto e negoziazione”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “A tutti i congressi della Cgil sono stati invitati i presidenti del Consiglio in carica. Non abbiamo mai avuto pregiudiziali verso alcun governo, siamo abituati a misurarci con i governi che ci sono”. 

 “Come Cgil riteniamo necessario “il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, e in tal senso serve una legge sulla rappresentanza per far diventare validi per legge i contratti sia per quanto riguarda gli aspetti normativi che per quelli economici”, aggiunge Landini, nel corso della presentazione del XIX congresso nazionale della Cgil. “Questo – ha aggiunto – deve riguardare tutte le forme di lavoro, comprese le partite Iva e il lavoro autonomo”.

 “C’è una crisi democratica senza precedenti, c’è bisogno che il mondo del lavoro torni a essere al centro dell’azione sindacale e politica dei governi e dei Parlamenti”.

“Questo vuol dire capacità di allargare la nostra rappresentanza alle nuove generazioni ed essere in grado di offrire la possibilità che tutte le persone che lavorano abbiano tutele e diritti che permettano di vivere dignitosamente, a prescindere dal rapporto di lavoro – ha detto – poniamo con forza quale idea di Paese e società vogliamo costruire. Vogliamo una trasformazione del modello sociale ed economico, c’è troppa precarietà. Bisogna cambiare sia le leggi sbagliate di questi anni che affermare un ingresso al lavoro fondato sulla formazione e sulla stabilità”. 

 “E’ necessario – spiega – il superamento della precarietà. C’è toppa precarietà. E c’è un problema di retribuzione: si è poveri anche lavorando.Ci sono due strade: una passa dal rinnovo dei Contratti nazionali, una legge sulla rappresentanza, e il fatto che quelle regole devono riguardare tutti i lavoratori, sia dipendenti che partite Iva; poi la riforma fiscale, che nel nostro Paese deve essere fondata sulla progressività del sistema e anche sull’allargamento. In un Paese con più di 100 miliardi di evasione, significa recuperare risorse per la sanità e il sociale, e ridare futuro al nostro Paese. Bisogna anche ridefinire il sistema di relazioni con le imprese”.

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