Matteo, l’italiano

15 Dicembre 2020
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di Stefania Piazzo – Lei si definisce sovranista? “Io mi definisco italiano. Di destra, sinistra, sovranista, europeista sono categorie superate, del secolo scorso. Io penso che il Covid ci imponga un cambio di marcia. La parola che non deve mai essere accantonata è libertà”. Così il segretario leghista Matteo Salvini intervistato da Annalisa Chirico.

Il che è onesto e coerente. Nello stile di Salvini. Sovranista per sbaglio, perché è chincaglieria del secolo scorso, e neppure di destra, che è roba da rinnegare perché la Le Pen mica è di destra, e neppure Giorgia Meloni e pure il gruppo in Europa in cui siede la Lega non è affatto di destra. E non ci si può dire poi neanche europeisti. Tanto vale uscire dall’europarlamento. O no? E neanche dialogare con la Merkel. O Rutte. Od Orban.

Anche la categoria dell’essere padani, cittadini del Nord, con una propria cultura e una aderenza economica e sociale a un modo di essere e lavorare non ha ragione di esistere. Quasi quasi, perché la Lega non si fonde, a questo punto, con Fratelli d’Italia, visto che siamo solo tutti italiani? O con Forza Italia, che è la versione stramoderata e di centro? Esiste ancora, a proposito, per Salvini, il centro? Perché nei giorni scorsi, i parlamentari di centro, li ha pure incontrati su sia iniziativa dopo il voto sul Mes. E se è superato essere di destra e di sinistra, che ne è della parola libertà declinata all’autonomia, all’autodeterminazione, al federalismo, al principio taxation without representation che è caro agli amici americani? Nessuna tassa senza rappresentanza. Vero?

Visto che si parla di libertà, e quella economica discende da quella fiscale, Salvini si sente soggetto rispettato e rappresentato di questo Stato? E i territori periferia dell’impero, si sentono rappresentati o sono solo terreno per le elezioni?

La libertà è cambiare casacca quando serve o è battersi per i diritti di chi non si sente rappresentato neppure da chi ritiene che la categoria politica più moderna sia sentirsi italiano e non, magari, prima di tutto, cittadino, con una propria identità, diversa da quella degli altri ma che, come accade in Svizzera, lavora con quelli diversi da lui, per un bene comune? O bisogna tutti non essere né di destra né di sinistra né europeisti, né federalisti, né padani perché semplificare, anzi, rimuovere, è il futuro secondo la Lega?

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Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
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