di Benedetta Baiocchi – Da non credere. La Lombardia continua ad avere la percentuale maggiore di contagi e decessi, ha seguito pedissequamente gli ordini delle disposizioni ministeriali e dell’Istituto superiore di sanità. All’inizio pochissimi tamponi, il contagio ha dilagato. Poi la polemica sui test, ovviamente anche questi messi al bando con i sindaci sul piede di guerra. Una gestione dell’emergenza che ha lasciato allibiti cittadini, stampa, con inchieste e indagini aperte dalla magistratura sulla gestione delle rsa e sull’impiego dei dispositivi di sicurezza.
Ora l’ultimo incredibile capitolo, protagonista un governatore come Attilio Fontana, espressione della leadership salviniana.
Il governatore infatti, in base a quanto riporta l’Adnkronos, ha spaccato il fronte delle Regioni durante l’incontro con il governo sulla fase 2. Il braccio di ferro sarebbe sorto dopo che il governatore della Lombardia ha preso la parola – il secondo ad intervenire subito dopo il presidente della Conferenza della Regioni Stefano Bonaccini – chiedendo linee guida uguali per tutti, ovvero un quadro che accomuni l’Italia da Nord a Sud.
Ma come? Zaia, il suo compagno di partito, avamposto di una gestione della pandemia che ha fermato i contagi, non la pensa allo stesso modo.
Fermamente contrari a linee guida uniche, vale a dire uguali per tutti, oltre al presidente Luca Zaia – tra i più agguerriti – per l’Emilia Romagna Bonaccini, il governatore Michele Emiliano, Massimiliano Fedriga, nonché il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola. Con Fontana, solo il presidente dell’Anci Antonio Decaro, che ha raccolto l’appello lombardocentrico, “altrimenti qui diventa una Babele”, le parole del rappresentante dei sindaci italiani riportate all’Adnkronos da alcuni presenti alla riunione.
Incredibile ma vero. Magari la fonte si è sbagliata e l’Adnkoronos non la racconta giusta…?