Lo “sciamano” simpatizzante di QAnon, l’America che “spiega” tutto nei complotti

8 Gennaio 2021
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di Marcus Dardi – La prima cosa che colpisce la nostra attenzione nel vedere l’immagine di Jake Angeli nelle vesti dello sciamano sostenitore di Trump a Capitol Hill sono le scherzose coreografie di Pontida.

La differenza però è notevole, mentre a Pontida si indossavano elmi di rievocazione celtica in piena goliardia, a Washington il gioco è stato diverso, più duro e strumentalizzato.

Ma chi è Jack Angeli dei Proud Boys? Sicuramente non è il vocalist di una banda di Hard Rock.

I Proud Boys sono un gruppo di militanza politica e Jack, notare che in inglese jackass vuol dire imbecille, è un 32enne americano simpatizzante di QAnon che si è messo a capo dell’assalto di Capitol Hill.

Come la polizia li abbia lasciati entrare senza predisporre una sostanziosa difesa a questa importante istituzione lascia però alquanto sconcertati.

QAnon è una teoria del complotto dell’estrema destra americana che sostiene una presenza potente ed inquietante di poteri occulti all’ombra del legittimo governo Usa. Per QAnon questi poteri prendono il nome di Deep State e questo stato profondo è comandato dall’élite globale.

Ora, il fatto che le prime 10 banche di investimento, che a loro volta hanno 10 presidenti del consiglio di amministrazione, gestiscano più della metà della ricchezza mondiale è cosa nota.

La rabbia dovuta ai problemi economici, alla pandemia e alla continua incertezza di un’economia malata non aiutano di certo, anche in Usa, ad avere una visione chiara e serena della realtà che viviamo e danno spazio a tutte le più disparate teorie.

In USA la differenza culturale tra le grandi metropoli e l’arretratezza delle contee rurali interne al paese è profonda. In luoghi dove tutto ruota solo intorno a un centro commerciale è facile cadere nella trappola di un isolamento culturale.

Questa schizofrenia ha causato a Washington anche la morte di Ashli Babbit un ex-veterana dell’aeronautica militare, di San Diego, California, freddata al petto dalla polizia mentre stava per assaltare la sala del Congresso. Ashli si definiva una combattente per la libertà.

Dei quattro morti negli incidenti di Capitol Hill, tre sono donne. Un quinto un poliziotto che aveva fatto resistenza durante l’assedio.

Lo slogan “Make America Great Again” avrebbe dovuto servire a far crescere l’America usando però solo le armi della cultura e, con questa motivazione, dovremmo forse tutti dire “Make the World Great Again”.

La deriva culturale planetaria è un tema su cui riflettere seriamente.

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