In questo Paese non emigrano i politici ma i cervelli: 9mila medici sono scappati all’estero

30 Maggio 2020
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di Stefania Piazzo – Come vorremmo che diversi politici dalle discutibili qualità e capacità ci lasciassero e uscissero dalla nostra portata visiva. Invece escono da una porta e li ripescano dal balcone, dalla finestra. Il galleggiamento è una capacità che gli è propria. Diversamente la politica ha generato una situazione di totale invito alla fuga dei cervelli. Stipendi bassi, baronie, non se ne può più.

La Corte dei Conti nell’ultimo Rapporto sul coordinamento della Finanza pubblica, (dati Ocse negli ultimi 8 anni), ha detto che oltre 9000 laureati in medicina nel nostro Paese sono andati dove la loro competenza è premiata. Non in Italia, dove si premiano altre doti.

Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia hanno spalancato loro le porte.

La questione è diventata un problema di natura contabile: l’emigrazione “pur deponendo a favore della qualità del sistema formativo nazionale, rischia di rendere le misure assunte per l’incremento delle specializzazioni poco efficaci, se non accompagnate da un sistema di incentivi che consenta di contrastare efficacemente le distorsioni evidenziate”. 

Troppa concentrazione delle cure nei grandi ospedali, meno sanità sul territorio, lasciato “senza protezioni adeguate”. Un esempio? Non serve. Basta guardarsi attorno.
   

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