di Stefania Piazzo – Ai prefetti. Ai commissari di governo. Al presidente della val d’Aosta. Alla presidenza del Consiglio-Dipartimento Protezione civile. Al Capo dipartimento degli Affari interni. Al capo della Polizia. Al capo dei Vigili del Fuoco. Al Capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione (ripetuto due volte, ndr). Al Capo dipartimento per l’amministrazione generale.
Sono le autorità alle quali il Gabinetto del ministro dell’Interno, già prefetto, Lamorgese, ha indirizzato i “Chiarimenti” sugli spostamenti autorizzati dopo le polemiche scoppiate per il genitore multato per aver accompagnato il figlio fuori casa a camminare.
Il ministero, pur ribadendo il divieto di assembramenti e l’attività all’aperto, usa il buon senso e autorizza un solo genitore di accompagnare il figlio minore per fare due passi nei pressi di casa.
Ma il Gabinetto del ministro, dimentica, o forse non lo riteneva necessario, quasi superfluo, di indirizzare i “Charimenti” a quelli che si chiamano governatori o presidenti di Regione. O ai sindaci che fronteggiano la pandemia e cercano forni crematori per le bare. Entità non vaghe che eppure oggi sono piuttosto sul pezzo nell’emergenza. Chi più chi meno in contrasto col ministero, o con le linee guida del governo. Ma pur sempre legittimati dal voto popolare. Eletti. Che rispondono o risponderanno del loro operato al popolo. Magari non era giuridicamente necessario “aggiungere” gli enti, ma sarebbe stato un atto di sensibilità, di compassione, di benevolenza, di sensibilità istituzionale. Perché non esistono solo Capi, nell’emergenza. Ma soprattutto leader.
Dalla Treccani: popolo In generale, il complesso degli individui di uno stesso paese che, avendo origine, lingua, tradizioni religiose e culturali, istituti, leggi e ordinamenti comuni, sono costituiti in collettività etnica e nazionale, o formano comunque una nazione, indipendentemente dal fatto che l’unità e l’indipendenza politica siano state realizzate.
Di questi tempi, ci vuole rispetto, e tanto, per il popolo. Ma non facciamoci troppo caso, sono atti burocratici, prefettizzi. Come assicura il premier. “Lo Stato c’è”. E si vede.