Gregoretti, non luogo a procedere per Salvini

14 Maggio 2021
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Sul caso nave Gregoretti, e’ stato stabilito il non luogo a procedere perche’ il fatto non sussiste per il leader della Lega, Matteo Salvini, gia’ ministro dell’Interno all’epoca dei fatti. E’ questo l’esito dell’udienza di oggi nell’aula bunker del carcere Bicocca a Catania.

Abusando dei poteri” da ministro dell’Interno avrebbe “privato della liberta’ personale i 131 migranti bloccati a bordo della Gregoretti dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio” successivo, quando la nave della Guardia costiera italiana e’ giunta l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nel Siracusano. Era l’accusa contestata all’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini dopo l’autorizzazione a procedere concessa dall’Aula del Senato, che sarebbero stati commessi tra il 27 agosto e il 31 agosto del 2019 tra Augusta (Siracusa) e Catania. Il reato ipotizzato era sequestro di persona di 131 migranti aggravato dall’essere il responsabile un pubblico ufficiale e perche’ commesso anche ai danni di minorenni. Accuse che l’ex ministro e il suo legale, l’avvocato Giulia Bongiorno, hanno sempre respinto con forza, spiegando che “non si e’ verificata alcuna illecita privazione della liberta’ personale, in attesa dell’organizzazione del trasferimento” dei migranti alla “destinazione finale”. Salvini ha sottolineato di avere agito per interesse della Nazione, sintetizzando cosi’ la sua linea: a bordo della Gregoretti c’erano due scafisti fermati dopo lo sbarco, i 100 migranti sono rimasti sulla nave senza pericoli e con la massima assistenza, solo il tempo necessario per concordare con altri Paesi europei il loro trasferimento. E tutto col pieno coinvolgimento del governo italiano, tanto da rilevare il ruolo decisivo del Ministero dei trasporti nell’assegnazione del Pos , il porto sicuro. La Procura distrettuale di Catania durante l’udienza preliminare ha chiesto al Gup di emettere una sentenza di non luogo a procedere perche’, la tesi espressa in aula dal Pm Andrea Bonomo, nello sbarco dei migranti da nave Gregoretti l’allora ministro dell’Interno “non ha violato alcuna convenzione nazionale e internazionale”, le sue scelte sono state “condivise dal governo” e la sua posizione “non integra gli estremi del reato di sequestro di persona”. Una ricostruzione contestata dalle parti civili che chiedono il processo per Salvini: AccoglieRete, Legambiente. Arci e una famiglia di migranti che era a bordo della Gregoretti. Per il legale di Legambiente, Daniela Ciancimino, l’ex ministro ha “trattenuto illegittimamente a bordo” 131 persone, e deve andare a processo per sequestro di persona anche per le “sofferenze patite dai migranti ammassati su nave Gregoretti”. Per la difesa, rappresentata dall’avvocatessa Giulia Bongiorno, “l’azione penale contro Salvini non doveva neppure iniziare, perche’ il suo e’ stato un atto politico insindacabile” perche’, ha sostenuto, per il “principio della separazione dei poteri e le decisioni adottate nell’interesse nazionale sono impenetrabili e non possono essere contestate in sede giudiziaria”. 

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