Giorgetti: Reddito di cittadinanza, se non può dare offerte di lavoro non ha più senso. E su Durigon: Chi sta al governo deve stare attento a come parla

25 Agosto 2021
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Il reddito di cittadinanza “deve essere applicato integralmente, e allora ha un senso”, se manca la parte sulla revoca in caso di declinazione delle offerte di lavoro, “che mi rendo conto che in fase di lockdown e pandemia e’ risultata complicata, non puo’ reggere”. Lo ha detto Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, a margine del meeting di Rimini. “Il reddito di cittadinanza – ha spiegato Giorgetti – prevedeva che ai beneficiari venissero offerte delle possibilita’ di lavoro, alla declinazione delle quali era subordinata la revoca del reddito”.

 Una federazione di centrodestra “la vedo favorevolmente, e’ un percorso. Tra non molto tempo avremo un quadro politico un po’diverso rispetto a quello attuale”.

 Sul fronte del Green pass, “quella di San Marino e’ una situazione di oggettiva difficolta’. Ha fatto ricorso ad un vaccino non riconosciuto dall’Ema che tuttavia ha dimostrato di avere una sua validita’. Credo che una soluzione vada trovata in base al principio di ragionevolezza al di la’ delle forme richieste dalle autorita’ europee”.

Su Ita “nessuno ha la sfera di cristallo, siamo in un settore, quello del trasporto aereo, e in una fase post pandemica, in cui nessuno puo’ dire se avra’ o meno successo. Alitalia – ha aggiunto il ministro – era una compagnia, di fatto, fallita, cui e’ subentrata l’amministrazione straordinaria. Le regole per cui lo Stato, in maniera eccezionale, puo’ fare impresa sono regolate dalla Commissione europea. Ita nasce con la volonta’ del governo di volare con le proprie ali e con una conformazione economicamente sostenibile”, ha concluso Giorgetti

“Quando c’e’ una responsabilita’ di governo bisogna stare molto attenti quando si parla”. Lo ha detto Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, al Meeting di Rimini. “Un membro del governo – ha affermato il ministro – si dimette o perche’ lo chiede il presidente del Consiglio, che lo ha nominato, o perche’ glielo chiede il segretario del partito, che lo ha indicato, o perche’ glielo suggerisce la sua coscienza. Io non sono Durigon, dovete chiedere a lui”, ha concluso Giorgetti.

Se il ministro dell’interno Luciana Lamorgese si debba dimettere oppure no, il ministro Giancarlo Giorgetti non lo dice, ma richiama lo stesso ragionamento fatto per la posizione in bilico del sottosegretario all’economia Claudio Durigon. Dal meeting di Cl a Rimini spiega che per “Lamorgese vale, a mio avviso, esattamente quello che ho detto per Durigon” e cioe’ che le dimissioni possono essere chieste dal presidente del consiglio, dal segretario del partito oppure dalla propria coscienza. “Tutte le mattine mi faccio degli esami di coscienza” e “tante volte io ho pensato in coscienza se fosse stato il caso di dimettermi, ma gli altri soggetti di cui ho parlato non me lo hanno chiesto”.

“Ci sono due dimensioni: una dimensione di governo e una dimensione politica. Questo Governo e’ un Governo particolare che ha una ampia rappresentanza di partiti diversi. Il Governo ha necessita’ di toni bassi, la politica, in particolare quando ci sono le campagne elettorali ha bisogno di toni alti. Le due cose, che devono essere conciliate, sono difficilmente conciliabili: spero che, in qualche modo, prevalgano gli interessi generali del Paese e quindi che i toni siano bassi”. 

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