Tira a quanto pare una brutta aria a Berlino. In attesa delle prossime consultazioni tra autorità federali e vertici dei 16 Laender, in Germania è acceso il dibattito sulle misure da adottare per contenere la diffusione del Coronavirus, nel timore che le ferie natalizie facciano salire i contagi in modo esponenziale.
Attualmente sono in vigore le nuove norme adottate all’inizio di dicembre, che hanno irrigidito quelle in vigore dal 2 novembre, comprese le limitazioni dei contatti a cinque persone di un massimo di due nuclei famigliari, esclusi i ragazzi al di sotto dei 14 anni. Ristoranti, strutture culturali e ricreative sono chiusi. Ciò di cui si discute ora, tuttavia, va ben oltre, riguarda il territorio nazionale e richiede l’accordo tra autorità locali e federali.
I premier della Baviera e del NordReno Westfalia – quest’ultimo il più popoloso del paese – si sono già pronunciati a favore di maggiori restrizioni. Il capo del governo di Berlino, Michael Mueller, ha sottolineato la necessità di adottare una strategia nazionale. “Immagino che ci saranno restrizioni. Non è necessario andare a comprare un maglione il 28 dicembre, si può fare anche prima…ma questo va deciso a livello nazionale”, ha dichiarato.
Il governo della Turingia si è già dichiarato favorevole a nuove restrizioni ed ha respinto l’idea di un allentamento delle limitazioni nel periodo di Natale e Capodanno. Ad Amburgo le autorità hanno messo un divieto anche sulla vendita del vin brulé che tradizionalmente si consuma durante la visita negli affollati mercatini di Natale, quest’anno chiusi. La vendita della tradizionale bevanda è stata al centro di polemiche in città quali Colonia perché causava assembramenti.