Cresce la fronda dei contrari all’intervento di Volodymyr Zelensky in Parlamento. A poche ore dal discorso del presidente ucraino alle Camere, gia’ diversi deputati e senatori hanno fatto sapere che diserteranno l’aula e hanno annunciato il loro forfait: non saranno presenti i parlamentari della Lega Simone Pillon e Vito Comencini e la deputata pentastellata Enrica Segneri. Nel pomeriggio l’annuncio del gruppo di Alternativa, la componente ex M5S che ha dato vita a una formazione autonoma, secondo cui il discorso di Zelensky e’ una “operazione di marketing”, Come parlamentari di Alternativa “non parteciperemo alla seduta comune delle Camere in cui e’ previsto l’intervento in tandem in videoconferenza del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, e del presidente del Consiglio, Mario Draghi”, fanno sapere i parlamentari di Alternativa. Per Alternativa “si tratta di una forzatura che non cambia di una virgola lo stato delle cose”, “solo e soltanto un’operazione di marketing che non servira’ a far cessare le ostilita’ e non avra’ alcuna utilita’ per la parte offesa”. Alternativa attacca il presidente della Camera, Roberto Fico, che “dovrebbe mantenere un ruolo super partes, ossequioso delle istituzioni che rappresenta, non certo organizzare eventi mediatici che avviliscono ancora una volta il Parlamento, relegandolo a mero spettatore di un comizio tra il presidente Zelensky e Draghi senza possibilita’ di interazione alcuna”.
Interverra’ dopo Zelensky invece Mario Draghi, che oggi e’ stato a Palmanova, in provincia di Udine in visita all’hub della protezione civile in cui vengono stoccati i mezzi e i materiali in partenza per l’Ucraina. Draghi ha assicurato che il sostegno dell’Italia ai profughi in arrivo dall’Ucraina “non manchera”: la decisione fondamentale e’ la decisione del governo di ascoltare gli italiani, di ascoltare la disponibilita”, l’entusiasmo, l’accoglienza, di ascoltare la loro bonta’. Questa decisione e’ presa, il sostegno all’accoglienza non manchera””, ha detto il presidente del Consiglio, che ha esortato la Ue a mettere a disposizione al piu’ presto i fondi per l’accoglienza dei profughi: le risorse necessarie “devono essere erogate subito, perche” il bisogno e’ ora, non tra settimane. Questa e’ una cosa molto importante”, ha aggiunto. “L’accoglienza di quasi 60 mila profughi dall’Ucraina e chissa” quanti dopo, sara” una emergenza in cui sara” fondamentale” l’unita’ tra le istituzioni, governo, regioni e comuni, ha aggiunto. I fondi per finanziare l’accoglienza dei rifugiati in arrivo dall’Ucraina “verranno decisi nel prossimo Consiglio Europeo – ha ricordato Draghi – la Commissione e’ al lavoro per questo, ci sara” un programma organizzato e soprattutto finanziato. Ci sono paesi piu’ colpiti da questo, come la Polonia, che sono in gran bisogno di tutto cio””. E proprio in vista dei prossimi appuntamenti internazionali del fine settimana (in agenda giovedi’ e veneri il summit dei leader della Nato, del G7 e il Consiglio europeo) Draghi ha sentito nel pomeriggio il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il presidente francese, Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e il primo ministro britannico, Boris Johnson.
“Penso che non sia giustificabile non essere in aula ad ascoltare Zelensky. Fortunatamente della Lega ho letto un nome solo, che è solito avere posizioni sopra le righe, fa parte del personaggio. Credo sia nostro dovere esserci”. Così il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, oggi pomeriggio a Genova a margine di un evento di campagna elettorale del suo partito a sostegno del ricandidatura del sindaco Marco Bucci. “Zelensky sta facendo un tour per tutti i Parlamenti dell’Occidente, non solo per raccontare la tragedia che sta vivendo il popolo ucraino- prosegue l’esponente del Carroccio- è chiaro che Zelenski chiede un intervento più importante dell’Occidente e della Nato, lo capisco essendo sotto le bombe: compito dell’Occidente e della Nato è quello di aiutare il popolo ucraino, ma lavorare anche per un cessate il fuoco immediato”. Molinari ricorda che “il decreto sulle armi è già stato approvato alla Camera, tra l’altro i voti della Lega c’erano tutti: riteniamo che, in questo momento, aiutare anche militarmente il popolo ucraino sia funzionale ad arrivare a un tavolo di pace perché Putin di certo non si farà convincere a fare la pace solo con i buoni propositi”.
“Non è vero che non sarò alla Camera per ascoltare il presidente ZELENSKY, ci sarò, eccome, voglio proprio vedere quello che ci dirà. Sarò lì per sentire quello che dice, io sono obiettiva”. La leghista Elena Murelli, deputata del partito di Matteo Salvini, attende al varco il presidente dell’Ucraina, dopo aver già votato no all’invio delle armi a Kiev, assieme ad altri due colleghi leghisti, in dissenso dal suo gruppo. Dal partito è arrivato forte il richiamo a a essere domani in Aula, per un “appuntamento importante”, come si legge nelle chat del partito. E Murelli fa sapere che ci sarà, domani alle 11 a Montecitorio: “Io – avverte interpellata dall’AdnKronos – voglio sentire cosa ha da dire, perché io ho informazioni diverse, che mi arrivano proprio dagli stessi ucraini, mi dicono che lì ci sono anche bande paramilitari di estrema destra che sparano sui civili, ci sono ucraini che colpiscono la loro popolazione, vediamo se questo ce lo dirà il presidente”, sottolinea con riferimento ai banderisti, che si richiamano a Stepan Bandera, già alleato di Hitler. “Mi pare – ricorda – che non siano mancate le provocazioni da parte di ZELENSKY, anche in Israele ha avuto critiche per aver parlato di Shoah”. Murelli chiede di sottolineare che questo non vuol dire essere pro-Putin: “Io – conclude – non lo sono affatto, ma sono per la pace, sono in campo per aiutare quelle mamme e quei bambini ucraini, non per dare armi ai loro padri”.