“Nelle prossime settimane molti storici militanti della Lega Nord si riuniranno in un’assemblea autoconvocata, si dovrà decidere se non valga la pena ragionare di un nuovo contenitore, un nuovo partito, che possa riunire le istanze di tutti coloro che in questa fase elettorale hanno scelto il non voto”.
Lo dice all’Adnkronos Gianni Fava, ex deputato leghista e ultimo sfidante di Salvini nel congresso del 2016. Per il leghista mantovano “la fine, già prevista da quelli come me, di Salvini coincide con la rilancio del pensiero autonomista e ora serve solo un contenitore”.
Fava parla di grande fermento al nord con “decine se non centinaia di telefonate, messaggi, chiamate e mail” che raccontano un mondo “quello dell’autonomismo e indipendentismo del nord che sta tornando prepotentemente sulla scena”. “Molti – rivela – mi stanno sollecitando, per chiedermi di tornare ad assumere un ruolo attivo nella vicenda politica nel mondo autonomista indipendentista in particolare in quello lombardo-veneto”.
“Io – fa sapere – comincio a valutare seriamente la questione, anche se ho già ribadito che non sono interessato a candidature, ma al contrario credo di poter contribuire a dare un minimo di credibilità a coloro che credono in una nuova classe dirigente per il Nord”.
“Io – spiega – insieme a altri in questi anni non ho mai piegato la schiena e non ho mai fatto un passo indietro davanti al Salvinismo dilagante”.
“Mai come oggi si avverte in giro con la necessità di un partito del Nord nuovo, più evoluto, in linea con i tempi della comunicazione contemporanea, e che sia il più possibile liberale europeista post-ideologico”.
Per Fava si tratta di una sorta di sindacato del nord: “Un partito che non discrimini nulla, ma che tenda a fare semplicemente gli interessi di quei territori che oggi non hanno una rappresentanza istituzionale”.