Covid, la mappa del potere: più incarichi (1466) che contagiati

27 Aprile 2020
Lettura 1 min

di Stefania Piazzo – Con la consueta precisione e attenzione nel mettere in trasparenza ogni atto della pubblica amministrazione e della politica, la Fondazione Openpolis ha sfornato l’ultimo dossier con tutti i numeri degli esperti che a vario titolo sono chiamati a risolvere l’emergenza. O meglio, tutti quelli che sono riusciti a ricostruire perché non tutti hanno risposto all’appello, come nel caso della Protezione civile: su 20 regioni, solo 13 hanno alzato la mano, Degli altri non è dato sapere.

Il numero è in totale imbarazzante: 1466 incarichi. Si potrebbe anche dire da una emergenza all’altra. Davvero abbiamo bisogno di un esercito di esperti? E per fare cosa? Superare la Fase 2? Organizzare la Fase 3? Accelerare le procedure di aiuto per le imprese, le famiglie, la scuola?

Scrive Openpolis: “Pubblichiamo oggi un primo focus sull’ambito nazionale. Oltre 270 persone coinvolte: dal mondo sanitario a quello della protezione civile. Una fitta rete di collegamenti che ruotano principalmente intorno a 3 personalità: Conte, Borrelli e Arcuri. Nel guardare alle tante nomine fatte, molte risalenti anche ai governi passati, analizziamo i nomi più ricorrenti e come sono collegati tra loro”.

E, ancora: …”la maggior difficoltà è stata ricostruire la macchina emergenziale che si è attivata in queste settimane. Elementi particolarmente rilevanti per l’ambito regionale in cui, per esempio, sono stati registrate 16 task force e 19 unità di crisi. A questi poi si è dovuto aggiungere le varie cabine di regia, come anche le persone a cui sono state affidate specifiche deleghe dal soggetto attuatore (il presidente di regione), o che sono state nominate a supporto del soggetto attuatore”.

Dopo aver salito e ridisceso la torre di Babele, sono stati mappati quasi 1500 incarichi da Nord a Sud.

Incredibile che su 20 referenti nazionali per la Centrale remota operativa soccorso sanitaria (Cross) della protezione civile, scrive il report, “siamo riusciti a ricostruire il referente nella Cross solamente per 13 regioni“. Per le altre 7? La nebbia.

Gli atti poi sono una seconda Babele normativa. Forse si può capire perché l’Europa non si fidi troppo dell’Italia?

Per approfondire leggete qui il report integrale:

Photo by Adrià Tormo 

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